1 - RITO DEL CATECUMENATO   

SECONDO I VARI GRADI   (primo  -  secondo  - terzo)
                      

 Primo grado
 
     Rito dell'ammissione al catecumenato
    
Tempo e riti del catecumenato
         
Celebrazioni della parola di Dio
         
Esorcismi minori
         
Benedizioni dei catecumeni
         
Riti del catecumenato
          
Unzione con l'olio dei catecumeni
 


 
RITO DELL’AMMISSIONE
AL CATECUMENATO



68. Il Rito con il quale coloro che vogliono farsi cristiani sono accolti fra i catecumeni si celebra quando, dopo ricevuto il primo annunzio del Dio vivente, hanno ormai una fede iniziale in Cristo Salvatore. I presupposti sono una prima evangelizzazione e un inizio di conversione e di fede, il senso della Chiesa e incontri preliminari con il sacerdote o con alcuni membri della comunità, nonché una preparazione per questo rito liturgico.

69. Prima dell’ammissione dei candidati al catecumenato, la quale si terrà in giorni stabiliti nel corso dell’anno secondo la situazione locale, si attenda il tempo opportuno e necessario secondo i diversi casi in modo di poter vagliare e, se necessario, affinare i motivi della conversione.

70. È auspicabile che nella celebrazione abbia parte attiva l’intera comunità cristiana o una sua parte composta di amici, familiari, catechisti e sacerdoti.

71. Interverranno anche i «garanti» che, dopo averli assistiti nel loro cammino, presenteranno alla Chiesa i nuovi candidati.

72. Il Rito, che comprende l’accoglienza dei candidati, la liturgia della parola e il loro congedo, può anche essere seguito dalla celebrazione


RITO DI INTRODUZIONE

73.
I candidati, insieme con i loro garanti e con l’assemblea dei fedeli, si riuniscono fuori della chiesa oppure nell’atrio o ingresso o anche in una parte della stessa chiesa a ciò adattata o infine, secondo le circostanze, in altro luogo adatto fuori della chiesa. Qui si reca il sacerdote o il diacono, indossando il camice oppure la cotta con la stola o anche il piviale del colore festivo, mentre i fedeli, secondo l’opportunità, cantano un salmo o un inno adatto.


Monizione iniziale

74.
Il celebrante accoglie affabilmente i candidati. Quindi rivolgendosi a loro, ai loro garanti e a tutti i presenti, esprime la gioia e la gratitudine della Chiesa e ricorda opportunamente ai garanti e agli amici la particolare esperienza e il sentimento religioso con cui i candidati, seguendo il loro cammino spirituale, sono giunti all’odierna decisione. Successivamente invita i garanti e i candidati ad avvicinarsi. Mentre essi si avvicinano e prendono posto davanti al sacerdote, si esegue opportunamente un canto adatto, per esempio il salmo 62,1-9.


Dialogo con i candidati

75.
Il celebrante interroga uno per uno i candidati anzitutto, se è il caso, sul loro nome o sul nome di famiglia a meno che i loro nomi, dato il piccolo numero dei candidati, non siano già noti. Questo si fa nel modo seguente o in un altro simile:
Qual è il tuo nome?

Il candidato:
N.

Rispondono sempre uno per uno, anche se la domanda, a causa del numero dei candidati, viene fatta dal celebrante una sola volta. Se si preferisce, il celebrante chiama per nome i singoli e i chiamati rispondono:
Eccomi.

Le altre domande, se i candidati sono molti, si possono rivolgere loro tutti insieme.

Celebrante:
Che cosa domandi alla Chiesa di Dio?

Candidato:
La fede.

Celebrante:
E la fede che cosa ti dona?

Candidato:
La vita eterna.

Il celebrante, nell’interrogare il candidato sulle sue intenzioni, può formulare diversamente le sue domande e può ammettere risposte libere; per esempio dopo la prima domanda: Che cosa chiedi ? Che cosa vuoi? Perché ? si possono ammettere le risposte: La grazia di Cristo o L’ingresso nella Chiesa o La vita eterna o altre risposte del genere, alle quali poi il celebrante adatterà le sue domande.


Prima adesione

76.
Quindi il celebrante, adattando sempre secondo la necessità le sue parole alle risposte ricevute, si rivolge di nuovo ai candidati con queste parole o con altre simili:

Dio illumina ogni uomo che viene nel mondo e attraverso le opere della creazione gli manifesta le sue invisibili perfezioni, perché impari a rendere grazie al suo creatore.

A voi, che avete seguito la sua luce, si apre ora la via del Vangelo perché, ponendo i fondamenti di una vita nuova, riconosciate il Dio vivente, che realmente rivolge agli uomini la sua parola.

Camminando nella luce di Cristo, abbiate fiducia nella sua sapienza e così, ogni giorno affidando a lui la vostra vita, possiate di tutto cuore credere in lui.

Questa è la via della fede nella quale Cristo sarà vostra guida, perché possiate raggiungere la vita eterna.

Siete pronti a incamminarvi oggi per questa via, sotto la guida di Cristo?


Candidato
Sì, sono pronto.

Altre formule a scelta, più adatte alle diverse circostanze, al n. 370.

77. Rivolgendosi poi ai garanti e a tutti i fedeli, il celebrante li interroga con queste parole o con altre simili:

Voi, garanti, che ora ci presentate questi candidati al Battesimo e voi tutti, fratelli, qui presenti, siete disposti ad aiutarli nella loro ricerca di Cristo e nel loro impegno a seguirlo?

Tutti:
Sì, siamo disposti ad aiutarli.
_____________________________________________________


Esorcismo e rinunzia ai culti pagani

78.
Nei luoghi dove sono diffusamente praticati culti volti a venerare le potenze degli spiriti o a evocare le ombre dei defunti o a ottenere benefici per mezzo di arti magiche, si possono introdurre, in tutto o in parte, a giudizio delle Conferenze Episcopali, un primo esorcismo e una prima rinunzia. In questo caso, si dovrà tralasciare il n. 76 e 77.

79. Dopo una brevissima monizione adatta, il celebrante alita leggermente sulla faccia di ciascun candidato, dicendo:

Col soffio della tua bocca allontana, Signore, gli spiriti maligni:
comanda ad essi di andarsene,
perché il tuo regno è vicino.


Se però l’alitare, anche leggero, non sembra conveniente, si tralasci; il celebrante reciti la formula suddetta tenendo la mano destra sollevata verso i candidati o in altro modo adattato agli usi della regione o anche senza alcun gesto. Se i candidati sono molto numerosi, il celebrante recita la formula una sola volta per tutti, astenendosi dall’alitare.

80. Se la Conferenza Episcopale riterrà opportuno che i candidati fin da questo momento rinunzino apertamente ai culti di una religione non cristiana e agli spiriti o alle arti magiche, dovrà preparare una formula di interrogazione e di rinunzia, adatta alle caratteristiche dei vari luoghi, che si esprime con queste parole o con altre simili (si faccia attenzione a che il discorso non riesca offensivo per i seguaci delle religioni non cristiane):

Carissimi candidati, poiché per la vocazione e la grazia di Dio siete decisi ad onorare e adorare lui solo e il suo Cristo e a lui solo volete servire, è questo il momento di rinunziare pubblicamente a quelle potenze che sono avverse a Dio e ai culti con i quali non si onora il vero Dio.

Mai dunque vi accada di abbandonare Dio e il suo Cristo e di servire ad altre potenze.


Candidati:
Non ci accadrà mai.

Celebrante:
Mai vi accada di venerare N. e N.

Candidati:
Non ci accadrà mai.

Così parimenti per ciascun culto a cui si deve rinunciare.
Altra formula a scelta al n. 371.

81. Quindi il celebrante, rivolgendosi ai garanti e a tutti i fedeli, li interroga con queste parole o con altre simili:

Voi, garanti, che ora ci presentate questi candidati al Battesimo e voi tutti, fratelli qui presenti che li avete uditi, siete testimoni che essi hanno scelto come Signore il Cristo e vogliono servire a lui solo?

Tutti:
Sì, ne siamo testimoni.

Celebrante:
Siete disposti ad aiutarli nella ricerca e nell’impegno a seguire Cristo?

Tutti:
Sì, siamo disposti ad aiutarli. 
_____________________________________________________


82. Il celebrante, a mani giunte, dice:

Padre clementissimo,
ti ringraziamo per questi tuoi servi
perché hanno già cercato te,
obbedendo ai molti insistenti inviti del tuo amore,
e davanti a noi hanno risposto alla tua chiamata.
Per questo, o Signore
tutti ti lodiamo e ti benediciamo.

Tutti:
Ti lodiamo e ti benediciamo, Signore.

Segno di croce sulla fronte e sui sensi

83.
Allora il celebrante invita i candidati (se sono pochi) e i loro garanti con queste parole o con altre simili:

Ora dunque, carissimi candidati, avvicinatevi con i vostri garanti per ricevere il segno della vostra nuova condizione.

I candidati uno dopo l’altro insieme con i loro garanti si avvicinano al celebrante. Questi traccia col pollice una croce sulla fronte di ciascuno (o davanti alla fronte se la Conferenza Episcopale per particolari circostanze ritenga non conveniente il tatto), dicendo:

N., ricevi la croce sulla fronte:
Cristo stesso ti protegge
con il segno del suo amore
[oppure: della sua vittoria].
Impara ora a conoscerlo e a seguirlo.

Dopo che il celebrante ha segnato i catecumeni, lo stesso fanno i catechisti o anche i garanti, secondo l’opportunità, a meno che non debbano farlo successivamente come al n. 85.
_____________________________________________________


84. Se i candidati sono troppo numerosi, il celebrante si rivolge ad essi con queste parole o con altre simili:

Carissimi candidati, con il vostro consenso [se prima è stata fatta la rinuncia: e rinunciando ai falsi culti] avete riconosciuto che il Cristo è la nostra vita e la nostra speranza.

E ora, perché possiate diventare catecumeni, io, e insieme con me i vostri catechisti e i garanti, vi segnerò con il segno della croce di Cristo.

Tutta la comunità vi circonderà con il suo affetto e vi assisterà con il suo aiuto.


Allora il celebrante traccia il segno della croce contemporaneamente su tutti, mentre i catechisti e i garanti fanno lo stesso su di loro uno per uno, dicendo:

Ricevete la croce sulla fronte:
Cristo stesso vi protegge
con il segno del suo amore
[oppure: della sua vittoria].
Imparate ora a conoscerlo e a seguirlo.
_____________________________________________________


85. Il segno di croce viene tracciato quindi sui sensi (tuttavia, a giudizio del celebrante, questo rito si può tralasciare in parte o anche del tutto).
I segni di croce sono fatti dai catechisti o dai garanti (se richiesto da particolari circostanze, possono essere fatti anche da più sacerdoti o dai diaconi). La formula però è sempre pronunziata dal celebrante che dice:

Mentre si segnano gli orecchi:
Ricevete il segno della croce sugli orecchi
per ascoltare la voce del Signore.


Mentre si segnano gli occhi:
Ricevete il segno della croce sugli occhi,
per vedere lo splendore del volto di Dio.


Mentre si segnano la bocca:
Ricevete il segno della croce sulla bocca,
per rispondere alla parola di Dio.


Mentre si segnano il petto:
Ricevete il segno della croce sul petto,
perché Cristo abiti
per mezzo della fede nei vostri cuori.

Mentre si segnano le spalle:
Ricevete il segno della croce sulle spalle,
per sostenere il giogo soave di Cristo.


Poi il celebrante segna da solo contemporaneamente tutti i catecumeni tracciando su di essi il segno della croce, senza toccarli, mentre dice:

Vi segno tutti
nel nome del Padre
e del Figlio
X e dello Spirito Santo,
perché abbiate la vita nei secoli dei secoli.


Candidati:
Amen.

Il rito del segno di croce, specialmente se i catecumeni sono pochi, può esser fatto dal celebrante su di loro uno per uno, pronunziando le formule al singolare.


86. Ogni volta che si fa il rito del segno di croce (nn. 83, 84, 85), si può concludere, secondo l’opportunità, con un’acclamazione di lode a Cristo, ad esempio:

Gloria a te, o Signore.

87. Quindi il celebrante dice:
Preghiamo.

Ascolta, Padre clementissimo, le nostre preghiere
e custodisci questi catecumeni N. e N.
in virtù della croce di Cristo,
che abbiamo segnato sulla loro fronte,
perché apprendano a glorificarti
e osservino i tuoi comandamenti
meritando di giungere
alla gloria della rigenerazione.
Per Cristo nostro Signore.

R. Amen.

Oppure:
Preghiamo.

Dio onnipotente,
che per mezzo della croce
e della risurrezione del tuo Figlio,
hai donato la vita al tuo popolo,
concedi che questi catecumeni,
che abbiamo segnato con il segno della croce,
seguendo gli esempi del Cristo,
attingano da essa la forza che salva
e con l’esempio della loro vita
ne rendano testimonianza.
Per Cristo nostro Signore.

R. Amen.
_____________________________________________________


Imposizione del nuovo nome

88.
Se in qualche luogo sono praticate religioni non cristiane che fin dal principio impongono un nuovo nome agli iniziati, la Conferenza Episcopale può stabilire che già da questo momento ai nuovi catecumeni venga imposto un nome nuovo, o cristiano o anche appartenente alla cultura locale nonostante la prescrizione del can. 761 C.I.C., purché possa avere un senso cristiano (in questo caso si ometteranno a suo tempo i nn. 203-205).

Celebrante:
N., d’ora in poi ti chiamerai anche N.

Catecumeno:
Amen (o un’altra parola conveniente).

Talora basterà spiegare il significato cristiano del nome già ricevuto dai genitori.

Riti ausiliari

89.
Se vi sono consuetudini particolari che sembrano adatte a significare l’accettazione nella comunità, per esempio il porgere il sale o un altro atto simbolico o anche la consegna della croce o di una medaglia sacra, esse si potranno ammettere, a giudizio della Conferenza Episcopale, e inserire o prima o dopo l’ingresso in chiesa.
_____________________________________________________


INGRESSO IN CHIESA

90.
Compiuti questi riti, il celebrante invita i catecumeni a entrare con i loro garanti in chiesa o in altro luogo adatto, dicendo queste parole o altre simili:

[N. e N.] entrate in chiesa, per prender parte insieme con noi alla mensa della parola di Dio.

Fa quindi un gesto adatto per invitare i catecumeni con i loro garanti a entrare, mentre si canta l’antifona:

Venite, figli, ascoltatemi:
v’insegnerò il timore del Signore.


Con il Salmo 33, 2.3.6.9.10.11.16., o un altro canto adatto.


CELEBRAZIONE DELLA PAROLA DI DIO

91.
Quando i catecumeni hanno raggiunto il loro posto, il celebrante rivolge loro brevi parole sulla dignità della parola di Dio che si annunzia e si ascolta nella chiesa.
Quindi si porta processionalmente il libro delle sacre Scritture e lo si depone con onore e, secondo l’opportunità, si può anche incensare.

Segue la celebrazione della parola di Dio.

Letture e omelia

92.
Si scelgano una o più letture dalla sacra Scrittura adatte ai nuovi catecumeni fra quelle indicate al n. 384, oppure altri brani e salmi. Quindi si tiene l’omelia.

 
CONSEGNA DEI VANGELI

93.
Se il celebrante lo riterrà opportuno, si distribuisce con dignità e riverenza ai catecumeni il testo dei Vangeli, usando, secondo l’opportunità, una formula conveniente, ad esempio:

Ricevi il Vangelo di Gesù Cristo Figlio di Dio.

Si può consegnar loro anche il crocifisso, a meno che non sia già stato consegnato prima come segno dell’accoglienza nella comunità. Il catecumeno risponderà opportunamente con parole adatte al dono e alla parola del celebrante.


PREGHIERA PER I CATECUMENI

94.
Tutta la comunità dei fedeli insieme con i garanti fa per i catecumeni questa preghiera o un’altra simile.

Celebrante:
Rallegrandoci con i nostri fratelli catecumeni
che per la bontà di Dio
attraverso una lunga preparazione
sono giunti a questo giorno,
preghiamo per loro,
perché possano compiere felicemente
il grande cammino che ancora resta da percorrere
per giungere alla piena partecipazione
alla nostra vita.


Lettore:
Perché il Padre celeste riveli ai catecumeni
ogni giorno di più il Cristo suo Figlio,
preghiamo.

R. Ascoltaci, Signore.

Lettore:
Perché abbraccino con cuore generoso
e con animo fermo
la perfetta volontà di Dio, preghiamo.


R. Ascoltaci, Signore.

Lettore:
Perché nel continuare il loro cammino
siano sostenuti dal nostro sincero
e costante aiuto, preghiamo.


R. Ascoltaci, Signore.

Lettore:
Perché trovino in noi una comunità
sempre concorde negli animi
e ricca di amore fraterno, preghiamo.


R. Ascoltaci, Signore.

Lettore:
Perché i loro e i nostri cuori
siano sempre più sensibili alle necessità dei fratelli,
preghiamo.


R. Ascoltaci, Signore.

Lettore:
Perché a suo tempo siano ritenuti degni
del lavacro di rigenerazione
e di rinnovamento dello Spirito Santo, preghiamo.


R. Ascoltaci, Signore.

Nella preghiera si aggiunga anche l’intenzione consueta per le necessità della Chiesa e di tutto il mondo, se dopo il congedo dei catecumeni, la preghiera universale o dei fedeli verrà tralasciata nella celebrazione eucaristica (cfr n. 97).


ORAZIONE CONCLUSIVA

95.
Terminata la preghiera, il celebrante, con le mani stese verso i catecumeni, pronunzia la seguente orazione:

Preghiamo.

[
Dio dei nostri padri]
Dio che hai dato l’esistenza ad ogni creatura,
volgi con bontà lo sguardo
su questi tuoi servi N. e N.
perché siano sempre ferventi nello Spirito,
lieti nella speranza
e pronti sempre al tuo servizio.
Conducili, o Signore
al lavacro della nuova rigenerazione
perché trascorrano con i tuoi fedeli
una vita serena
e ottengano il premio eterno da te promesso.
Per Cristo nostro Signore.

R. Amen.

Oppure:
Preghiamo.

Dio onnipotente ed eterno
creatore di tutto l’universo,
che hai formato l’uomo a tua immagine,
accogli amorosamente questi tuoi servi
che vengono a te
e fa’ che, sostenuti e rinnovati dalla tua parola 
ascoltata in mezzo a noi,
giungano con la tua grazia
alla piena conformità con il Cristo tuo Figlio,
che vive e regna nei secoli dei secoli.

R. Amen.


CONGEDO DEI CATECUMENI

96.
Il celebrante, ricordando molto brevemente con quanta gioia i catecumeni sono stati accolti nella comunità ed esortandoli a impegnarsi in una vita coerente con la parola ascoltata, li congeda con queste parole o con altre simili:

E ora, cari catecumeni, andate in pace
e il Signore sia sempre con voi.


Catecumeni:
Rendiamo grazie a Dio.

Il gruppo dei catecumeni, una volta uscito, non si scioglie subito, ma essi rimangono insieme, sotto la guida di alcuni fedeli per scambiarsi fraternamente la gioia della loro esperienza spirituale. Se invece, per giusti motivi, non possono uscire (cfr n. 19, § 3 ) ma devono rimanere con i fedeli, si badi bene che, se sono presenti all’Eucaristia, non vi partecipino come i battezzati. Se non si celebra l’Eucaristia, si esegua, secondo l’opportunità, un canto adatto e si congedino i fedeli insieme con i catecumeni.


CELEBRAZIONE DELL’EUCAR
ISTIA

97.
Se al congedo dei catecumeni segue la celebrazione dell’Eucaristia, si inizia subito la preghiera universale o dei fedeli con le intenzioni per le necessità della Chiesa e di tutto il mondo. Quindi, se del caso, si recita il Credo e si fa la preparazione dei doni. Tuttavia, per ragioni pastorali, la preghiera dei fedeli e il Credo si possono omettere.
 


TEMPO E RITI
DEL CATECUMENATO



98. Il catecumenato, o preparazione pastorale dei catecumeni, si protrarrà per tutto il tempo, anche per più anni, necessario alla maturazione della loro conversione e della loro fede. Educandoli alla pienezza della vita cristiana e protraendo debitamente il loro periodo di prova, si farà in modo che i catecumeni siano adeguatamente iniziati ai misteri della salvezza, alla pratica dei costumi evangelici e alla successiva celebrazione dei sacri riti e siano avviati per il cammino della fede, della liturgia e della carità del popolo di Dio.
In casi particolari, in considerazione della preparazione spirituale del candidato e a giudizio dell’Ordinario del luogo, il tempo del catecumenato può esser più breve, anzi, in circostanze del tutto particolari, può esser condensato in una sola celebrazione (cfr n. 240).

99. Durante il periodo del catecumenato, si dia ai catecumeni una opportuna preparazione che, mentre illustra la dottrina cattolica in tutte le sue parti, accenda la fede, indirizzi il loro cuore a Dio, favorisca la partecipazione al mistero liturgico, li stimoli all’apostolato e alimenti la vita intera secondo lo spirito di Cristo.

100. Si tengano anche celebrazioni della parola di Dio, adattate al tempo liturgico e vantaggiose sia per l’istruzione dei catecumeni sia per le necessità della comunità (cfr nn. 106-108).

101. I primi esorcismi o esorcismi minori, formulati in modo deprecatorio e positivo, presentino agli occhi dei catecumeni i veri caratteri della vita spirituale, la lotta fra la carne e lo spirito, il valore della rinunzia per conseguire le beatitudini del regno di Dio e il continuo bisogno dell’aiuto divino (cfr nn. 109-118).

102. Si offrano ai catecumeni anche quelle benedizioni, che significano l’amore di Dio e la viva sollecitudine della Chiesa, perché, mentre sono ancora privi della grazia dei sacramenti, possano ricevere dalla Chiesa incoraggiamento, gioia e pace per la prosecuzione del loro laborioso cammino (cfr nn. 119-124).

103. Negli anni in cui i catecumeni avanzano nel loro cammino dal primo gruppo catechistico agli altri, i vari passaggi possono essere talvolta caratterizzati da riti particolari. Secondo l’opportunità, si può perciò anticipare la consegna del Simbolo e anche la consegna della preghiera del Signore e il rito dell’«Effatà» per i quali potrebbe mancare il tempo nell’ultima preparazione degli aspiranti ai sacramenti (nn. 125-126). Si possono anche prevedere, secondo l’utilità e le richieste locali, celebrazioni del rito dell’unzione con l’Olio dei catecumeni (cfr nn. 127-132).

104. I catecumeni in tutto questo tempo si diano cura di trovare quei padrini, che dovranno poi presentarli alla Chiesa il giorno della elezione (cfr Introduzione generale, nn. 8-10 e Introduzione n. 43).

105. Durante l’anno si provveda talvolta che ad alcune celebrazioni del catecumenato e ai riti di passaggio (cfr nn. 125-132) sia convocata l’intera comunità interessata all’iniziazione dei catecumeni, cioè i sacerdoti, i diaconi, i catechisti, i garanti e padrini, gli amici e i familiari.

 

CELEBRAZIONE DELLA PAROLA DI DIO


106.
A utilità dei catecumeni si predispongano particolari celebrazioni della parola di Dio che si propongano soprattutto queste finalità:

a) che la dottrina trasmessa si imprima bene negli animi, ad esempio l’etica propria del Nuovo Testamento, il perdono dei torti e delle offese, il senso del peccato e della penitenza, i doveri dei cristiani nel mondo, ecc. ;

b) che siano saggiamente illustrati gli aspetti e le vie della preghiera;

c) che siano spiegati ai catecumeni i segni, le azioni e i tempi del mistero liturgico;
d) che siano gradualmente inseriti nel culto di tutta la comunità.

107
. Per quanto riguarda la santificazione della domenica, poiché fin dal tempo del catecumenato si deve dare una educazione su questo punto, si osserveranno le seguenti norme:

a) le celebrazioni, ricordate al n. 106 e proprie dei catecumeni, si tengano di norma di domenica per abituarli a partecipare ad esse attivamente e con la dovuta preparazione;

b) si ammettano gradualmente alla prima parte della celebrazione della Messa domenicale nella quale, se è possibile, si faccia il congedo dei catecumeni dopo la liturgia della parola e si aggiunga l’intenzione per essi nella preghiera universale o dei fedeli.

108. Le celebrazioni della parola di Dio si possono tenere dopo la catechesi e possono comprendere gli esorcismi minori; si possono anche concludere con le benedizioni, come si dirà più avanti (cfr nn. 110 e 119).
 
 

ESORCISMI MINORI


109. Gli esorcismi minori sono celebrati dal sacerdote o dal diacono o anche da un catechista degno e preparato, deputato dal Vescovo a compiere questo ministero. Tutti questi, con le mani distese sopra i catecumeni inchinati o inginocchiati, recitano l’una o la altra delle orazioni che seguono (nn. 113-118).

110. Gli esorcismi minori si svolgano, durante la celebrazione della parola, in chiesa o in una cappella o nella sede del catecumenato, o anche, secondo l’opportunità, all’inizio o alla fine di una riunione catechistica; infine, per necessità particolari, si possono anche svolgere privatamente per i singoli catecumeni.

111. Anche prima del catecumenato, nel tempo dell’evangelizzazione, si possono tenere gli esorcismi minori per il bene spirituale dei cosiddetti «simpatizzanti».

112. Nulla vieta che le formule proposte per gli esorcismi minori siano usate più volte in varie circostanze.


ORAZIONI DI ESORCISMO

113. Preghiamo.

Dio onnipotente ed eterno,
che per mezzo del tuo unico Figlio
ci hai promesso lo Spirito Santo,
ascolta la nostra preghiera per questi catecumeni,
che si offrono a te:
allontana da loro ogni spirito maligno,
ogni opera dell’errore e del peccato,
perché possano diventare
tempio dello Spirito Santo.
Conferma le parole della nostra fede:
fa’ che non siano parole vane,
ma forti ed efficaci
secondo quella virtù e quella grazia,
con cui il tuo Figlio liberò il mondo dal male.
Per Cristo nostro Signore.

Tutti: Amen.

114. Preghiamo.

Signore Dio nostro,
che riveli agli uomini la vera vita,
togli la corruzione del peccato,
rafforzi la fede,
ravvivi la speranza,
accresci la carità,
ti preghiamo nel nome del diletto Figlio tuo
e Signore nostro Gesù Cristo
e nella potenza dello Spirito Santo:
allontana da questi tuoi servi
l’incredulità e il dubbio
[la servitù degli idoli e la magia,
gli incantesimi e la negromanzia
],
la cupidigia del denaro
e le attrattive delle passioni,
le inimicizie e le ostilità
e qualunque forma di malizia.
Tu che li hai chiamati ad essere santi
e immacolati al tuo cospetto,
rinnova in essi lo spirito di fede e di pietà,
di pazienza e di speranza,
di temperanza e di castità,
di carità e di pace.
Per Cristo nostro Signore.

Tutti: Amen.

115. Preghiamo.

Signore, Dio onnipotente,
che hai creato l’uomo
a tua immagine e somiglianza
nella santità e nella giustizia;
tu che non l’hai abbandonato
quando è divenuto peccatore,
e hai sapientemente provveduto alla sua salvezza
con l’incarnazione del tuo Figlio,
salva questi tuoi servi liberandoli da tutti i mali
e dalla schiavitù del nemico;
allontana da loro lo spirito di falsità,
di cupidigia e di malizia.
Accoglili nel tuo regno
e apri gli occhi del loro cuore
perché comprendano il tuo Vangelo,
e, divenuti figli della luce,
siano membra della tua Chiesa santa,
rendano testimonianza alla verità
e, secondo i tuoi comandamenti,
esercitino le opere della carità.
Per Cristo nostro Signore.

Tutti: Amen.

116. Preghiamo.

Signore Gesù Cristo,
che, salendo sulla montagna,
hai voluto allontanare i tuoi discepoli
dalla via del peccato
e rivelar loro le beatitudini del regno dei cieli,
fa’ che questi tuoi servi,
che ascoltano la parola del Vangelo,
si conservino immuni
dallo spirito di cupidigia e di avarizia,
di sensualità e di superbia.
Come tuoi discepoli,
si ritengano beati se poveri ed emarginati,
se misericordiosi e puri di cuore:
siano portatori di pace
e sostengano con serenità le persecuzioni
per entrare a far parte del tuo regno
e, dopo aver ottenuto
la misericordia da te promessa,
godano nei cieli della visione beatifica.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

Tutti: Amen.

117. Preghiamo.

O Dio, creatore e salvatore di tutti gli uomini,
che nel tuo amore ha scelto questi tuoi servi,
e con la tua misericordia li hai accolti
e chiamati a te, conferma i loro propositi
e proteggili nell’attesa del tuo Figlio,
conservali con la tua provvidenza
perché compiano il tuo disegno d’amore
e fa’ che, uniti intimamente al Cristo,
siano annoverati in terra fra i suoi discepoli
e possano udire in cielo la sua voce
che li riconoscerà davanti a te.
Per Cristo nostro Signore.

Tutti: Amen.

118. Preghiamo.

O Dio, che conosci i cuori
e dai a chi fa il bene la giusta ricompensa,
guarda con benevolenza
questi catecumeni nel loro faticoso cammino.
Dona sicurezza ai loro passi,
accresci la loro fede,
gradisci la loro penitenza,
e, manifestando loro pienamente
la tua giustizia e la tua bontà,
fa’ che possano partecipare
sulla terra ai tuoi sacramenti
e godere in cielo dell’eterna comunione con te.
Per Cristo nostro Signore.

Tutti: Amen.

Altre orazioni di esorcismo al n. 372.

 

BENEDIZIONI DEI CATECUMENI


119. Le benedizioni indicate al n. 102 possono essere impartite dal sacerdote o dal diacono o anche dal catechista (cfr n. 48) ; essi stendono le mani verso i catecumeni e recitano l’una o l’altra delle orazioni che seguono (nn. 121-124). Terminata l’orazione, i catecumeni, se si può fare con facilità, si avvicinano al celebrante che impone la mano su ciascuno. Quindi escono.
Le benedizioni normalmente si impartiscono al termine della celebrazione della parola di Dio o anche, secondo l’opportunità, al termine di una riunione catechistica; infine, per particolari necessità, privatamente ai singoli catecumeni.

120. Già prima del catecumenato, nel tempo dell’evangelizzazione, si possono benedire nello stesso modo i cosiddetti «simpatizzanti» per il loro bene spirituale.


ORAZIONI DI BENEDIZIONE

121. Preghiamo.

Concedi, Signore,
che i nostri catecumeni,
istruiti nella coscienza dei santi misteri,
siano rinnovati al fonte battesimale
e siano accolti
fra i membri della tua Chiesa.
Per Cristo nostro Signore.

Tutti: Amen.

122. Preghiamo.

O Dio,
che per mezzo dei tuoi santi profeti
hai annunziato
a coloro che si avvicinano a te:
« Lavatevi, siate mondi »,
e per mezzo di Cristo
hai istituito un sacramento
di rigenerazione spirituale,
volgi lo sguardo su questi catecumeni,
che si preparano con impegno al battesimo:
benedicili, Signore,
e fedele alle tue promesse,
rendili puri e santi,
perché, fatti capaci di accogliere i tuoi doni,
possano ricevere l’adozione a figli
e di entrare a far parte della tua Chiesa.
Per Cristo nostro Signore.

Tutti: Amen.

123. Preghiamo.

Signore Dio onnipotente,
guarda questi tuoi servi,
che si istruiscono nel Vangelo del tuo Cristo:
fa’ che ti conoscano e ti amino,
e con cuore generoso
e animo pronto
compiano sempre la tua volontà.
Degnati di prepararli con una santa iniziazione,
accogliendoli nella tua Chiesa,
perché siano partecipi dei divini misteri
nella vita terrena e nella beata eternità.
Per Cristo nostro Signore.

Tutti: Amen.

124. Preghiamo.

O Dio,
che, nella venuta
dell’Unigenito tuo Figlio Gesù Cristo,
hai liberato il mondo dall’errore,
ascolta la nostra preghiera
e dona ai tuoi catecumeni l’intelligenza,
la perfezione,
una ferma fede
e una sicura conoscenza della verità,
perché sempre progredendo nella virtù
ricevano a suo tempo con la remissione dei peccati
la rigenerazione a vita nuova
e insieme con noi glorifichino il tuo nome.
Per Cristo nostro Signore.

Tutti: Amen.

Altre orazioni di benedizione al n. 374.

 

RITI DEL CATECUMENATO


125. Le «consegne», che si possono anticipare sia per utilità del «tempo del catecumenato», sia per brevità del «tempo della purificazione e dell’illuminazione», devono essere celebrate quando i catecumeni hanno raggiunto una certa maturità; altrimenti, non si facciano.

126. La celebrazione si farà nel modo descritto più avanti: per la consegna del Simbolo, ai nn. 183-187 ; per la consegna della preghiera del Signore (Padre nostro) ai nn. 188-192. Fatta la consegna, la celebrazione si può concludere col rito dell’ «Effatà» (nn. 200-202 ) a meno che tra i «Riti di passaggio» non ci sia la «riconsegna» del Simbolo (nn. 194-199), che comincia dal rito dell’«Effatà». In questi casi si eviti di usare nelle formule il termine «eletti» e si dica semplicemente «catecumeni».

 

UNZIONE CON L’OLIO DEI CATECUMENI


127. Se si ritiene opportuno fare sui catecumeni una prima unzione, questa dev’essere compiuta dal sacerdote o dal diacono.

128. L’unzione viene conferita a tutti i catecumeni al termine della celebrazione della parola di Dio. Per particolari ragioni, si può conferire anche privatamente ai singoli. Inoltre, secondo l’opportunità, il rito dell’unzione si può ripetere più volte.

129. Nel rito dell’unzione si usi l’Olio dei catecumeni benedetto dal Vescovo nella Messa crismale o, per ragioni pastorali, dal sacerdote immediatamente prima dell’unzione *.

* Cfr. Ordo benedicendi Oleum catechumenorum et infirmorum et conficiendi Chrisma, Praenotanda, n. 7. Typis Polyglottis Vaticanis 1971, p. 8


RITO DELL’UNZIONE

130
. Se si usa l’Olio già benedetto dal Vescovo il celebrante recita prima l’una o l’altra delle formule degli esorcismi minori (nn. 113-118).
_____________________________________________________

Oppure:

131. Se l’Olio dei catecumeni dev’essere benedetto dal sacerdote, questi lo benedice, dicendo la seguente orazione:

O Dio, sostegno e difesa del tuo popolo,
benedici quest’olio X
del quale hai voluto fare
un segno della tua forza divina,
e ai catecumeni che ne riceveranno l’unzione
concedi forza e vigore;
illuminati dalla tua sapienza,
comprendano più profondamente
il Vangelo di Cristo;
sostenuti dalla tua potenza,
assumano con generosità
gli impegni della vita cristiana,
e, fatti degni dell’adozione a figli,
gustino la gioia di rinascere
e di vivere nella tua Chiesa.
Per Cristo nostro Signore.

Tutti: Amen.
_____________________________________________________

132. Quindi il celebrante, rivolto ai catecumeni, dice:

Vi ungo con l’olio, segno di salvezza:
vi fortifichi con la sua potenza Cristo Salvatore,
che vive e regna nei secoli dei secoli.


Catecumeni: Amen.

Ciascun catecumeno viene unto con l’Olio dei catecumeni sul petto o su ambedue le mani o anche, se ritenuto opportuno, su altre parti del corpo. Se i catecumeni sono molto numerosi, la unzione può esser fatta da più ministri.

 

1 - RITO DEL CATECUMENATO   

SECONDO I VARI GRADI   
                      

 Secondo grado
 
     Rito dell'elezione o dell'iscrizione del nome
     Tempo e riti della purificazione e dell'illuminazione
          I. Gli scrutini
               Primo scrutinio
               Secondo scrutinio
               Terzo scrutinio
          II. Le consegne
               Consegna del Simbolo
               Consegna della Preghiera del Signore
          III. Riti immediatamente preparatori
               Riconsegna del Simbolo
               Rito dell' «Effatà»
               Scelta del nome cristiano
               Unzione con l'olio dei catecumeni


 


RITO DELL’ELEZIONE
O DELL’ISCRIZIONE DEL NOME



133. All’inizio della Quaresima, che è il tempo della preparazione prossima dell’iniziazione sacramentale, si celebra l’«elezione» o «iscrizione del nome». Con questo rito la Chiesa, udita la testimonianza dei padrini e dei catechisti e dopo la conferma della loro volontà da parte dei catecumeni, giudica sulla loro preparazione e decide sulla loro ammissione ai sacramenti pasquali.

134. Con la celebrazione dell’ «elezione» si conclude il catecumenato, lunga preparazione della mente e del cuore. Perché uno possa essere ascritto fra gli «eletti», si richiede in lui una fede illuminata e una ferma volontà di ricevere i sacramenti della Chiesa. Dopo l'elezione, il candidato sarà sollecitato a seguire Cristo con maggiore generosità.

135. Per la Chiesa l’elezione è come il momento centrale della sua materna sollecitudine verso i catecumeni. Il Vescovo, i sacerdoti, i diaconi, i catechisti, i padrini e tutta la comunità locale, ciascuno secondo il grado e il compito che gli spetta, dopo un serio esame, si pronunzino sulla preparazione e sul profitto dei catecumeni. Infine accompagnino con la preghiera gli eletti perché tutta la Chiesa li conduca con sé incontro al Cristo.

136. È questa la prima volta che i padrini, scelti in precedenza dai catecumeni con il consenso del sacerdote, e, per quanto è possibile, accettati dalla comunità locale, esercitano pubblicamente il loro ministero: sono nominati all’inizio del rito e si presentano con i catecumeni (n. 143), rendono loro testimonianza davanti alla comunità (n. 144), e, secondo l’opportunità, iscrivono anche essi il loro nome (n. 146).

137. Per regolarità è necessario che, prima del rito liturgico, si deliberi sull’idoneità dei candidati da parte di tutti gli interessati, cioè prima di tutto da parte di quanti sono preposti alla loro formazione, sacerdoti, diaconi e catechisti e inoltre da parte dei padrini e dei delegati della comunità locale e anche, se è il caso, con la partecipazione del gruppo dei catecumeni. Questa deliberazione, secondo le condizioni locali e le esigenze pastorali, potrà assumere varie forme. L’accettazione poi sarà resa nota dal celebrante durante il rito liturgico.

138. E’ compito del celebrante, cioè del Vescovo o di chi ne fa le veci, remota o prossima che sia stata la sua partecipazione alla deliberazione precedentemente presa, spiegare o nell’omelia o nel corso del rito l’indole religiosa ed ecclesiale dell’«elezione». Spetta dunque a lui in primo luogo dichiarare davanti ai presenti il giudizio della Chiesa e ascoltare, secondo l’opportunità, il loro parere, quindi chiedere ai catecumeni la personale manifestazione della loro volontà, infine, agendo in nome di Cristo e della Chiesa, convalidare l’ammissione degli «eletti». Dovrà inoltre spiegare a tutti il divino mistero che è contenuto nella vocazione da parte della Chiesa e nella sua celebrazione liturgica; ammonire i fedeli a prepararsi alle solennità pasquali insieme con gli eletti, ai quali devono essere di esempio.

139. Poiché i sacramenti dell’iniziazione si celebrano nelle solennità pasquali e la loro preparazione è connessa con il carattere proprio della Quaresima, il rito dell’elezione si compia abitualmente nella prima domenica di Quaresima e il tempo dell’ultima preparazione degli aspiranti ai sacramenti coincida col tempo quaresimale, il cui corso, tanto per la struttura liturgica quanto per la partecipazione della comunità, sarà di grande giovamento agli eletti. Tuttavia, per urgenti motivi pastorali (specialmente nelle sedi succursali dei luoghi di missione), è lecito celebrare il rito nella settimana precedente o seguente.

140. Il rito si svolge in chiesa o, se necessario, in un luogo conveniente e adatto. Si celebri durante la Messa della prima domenica di Quaresima, dopo l'omelia.

141. Se il rito si celebra fuori di questa domenica, si inizia con la liturgia della parola. In questo caso, se le letture del giorno non sono adatte al rito, si scelgano le letture fra quelle assegnate alla prima domenica di Quaresima (n. 385) o altre adatte. Si può sempre celebrare la Messa rituale propria (n. 374). Se non si celebra l'Eucaristia, il rito si conclude con il congedo di tutti i fedeli insieme coi catecumeni.

142. L'omelia, adatta alle circostanze, faccia riferimento non solo ai catecumeni, ma anche a tutta la comunità dei fedeli, in modo che questi, impegnandosi a dare il buon esempio, intraprendano insieme con gli eletti il cammino del mistero pasquale.


PRESENTAZIONE DEI CANDIDATI


143.
Terminata l'omelia, il sacerdote responsabile dell'iniziazione dei catecumeni o un diacono o un catechista o un delegato della comunità presenta coloro che devono essere eletti con queste parole o con altre simili:

Reverendo padre, nella prossima ricorrenza delle solennità pasquali, i catecumeni qui presenti, confidando nella grazia divina e sostenuti dalle preghiere e dall'esempio di questa comunità, chiedono umilmente di essere ammessi, dopo la dovuta preparazione e la celebrazione degli scrutini, ai sacramenti del Battesimo, della Confermazione e dell'Eucaristia.

Il celebrante risponde:
Si facciano avanti i candidati,
insieme con i loro padrini
[madrine].

Ciascuno dei catecumeni è chiamato per nome e si avvicina con il padrino (madrina) fermandosi davanti al celebrante.

Se i catecumeni sono molto numerosi, si faccia una presentazione collettiva, ad esempio da parte dei singoli catechisti interessati; conviene però che i catechisti stessi organizzino in precedenza una celebrazione a sé stante e facciano in essa l'appello dei rispettivi candidati, prima di condurli alla celebrazione comune.

144. Il celebrante, se non ha partecipato alla deliberazione precedente (cfr n. 137), si rivolge agli astanti con queste parole o con altre simili:
La santa Chiesa di Dio desidera ora assicurarsi se questi catecumeni sono idonei a entrare nel gruppo degli eletti per celebrare le prossime solennità pasquali.

Rivolto poi a padrini:
Chiedo perciò a voi, padrini [e madrine], di dare la vostra testimonianza:

Hanno ascoltato fedelmente la parola di Dio annunziata dalla Chiesa?


Padrini:
Si.

Celebrante:
Hanno cominciato a camminare davanti a Dio, mettendo in pratica la parola che hanno ascoltato?

Padrini:
Si.

Celebrante:
Sono stati in fraterna comunione con voi e hanno partecipato con voi alla preghiera?

Padrini:
Si.

Poi, se ritenuto opportuno, il celebrante domanda l'approvazione a tutta l'assemblea.

_____________________________________________________

145. Il celebrante, che ha partecipato alla precedente deliberazione sulla idoneità dei candidati (cfr n. 137), se lo desidera, può rivolgere a tutti queste parole o altre simili:

Fratelli carissimi, questi catecumeni hanno chiesto di essere ammessi ai sacramenti della Chiesa nelle prossime feste pasquali.

Coloro che li conoscono, hanno giudicato sincero il loro desiderio e attestano che essi hanno ascoltato con assiduità la parola di Cristo, si sono sforzati di vivere secondo i suoi comandamenti, sono stati costanti nella comunione fraterna e nella preghiera.

Ora rendo noto a tutta l'assemblea che la comunità ha deciso di ammetterli ai sacramenti.

Nell'informarvi di questa decisione, mi rivolgo ai padrini e chiedo loro di ripetere davanti a voi il loro parere.



Rivolto poi ai padrini:

Ritenete davanti a Dio questi candidati degni di essere ammessi ai sacramenti dell'iniziazione cristiana?

Padrini:
Si, li giudichiamo degni.


Poi, se ritenuto opportuno, il celebrante domanda l'approvazione a tutta la comunità.
_____________________________________________________


INTERROGAZIONE DEI CANDIDATI E PETIZIONE

146.
Il celebrante, rivolto ai catecumeni, li ammonisce e li interroga con queste parole o con altre simili:

Ora mi rivolgo a voi, cari catecumeni: i vostri padrini e catechisti [e tutta la comunità] hanno reso buona testimonianza su di voi.

Fiduciosa nel loro giudizio, la Chiesa in nome di Cristo vi invita ai sacramenti pasquali.

Ora dunque tocca a voi, che già da tempo avete udito la voce di Cristo, rispondere davanti alla Chiesa, manifestando la vostra intenzione.

Volete essere ammessi ai sacramenti di Cristo, al Battesimo, alla Confermazione e all'Eucaristia?

Catecumeni:
Si, lo vogliamo.

Celebrante:
Dite allora il vostro nome.

I candidati, o avvicinandosi al celebrante con i loro padrini o restando al loro posto, dichiarano il loro nome; l'iscrizione del nome si può fare in vari modi. Il nome o è segnato dallo stesso candidato, o pronunciato a chiara voce, è segnato dal padrino o dal sacerdote. Se i candidati sono molto numerosi, si può portare al sacerdote l'elenco dei nomi, con queste parole o con altre simili:

Questi sono i nomi degli aspiranti ai sacramenti.

Mentre si segnano i nomi, si può eseguire un canto adatto, ad esempio il salmo 15.


AMMISSIONE O ELEZIONE

147.
Terminata l'iscrizione dei nomi, il celebrante, dopo aver spiegato brevemente ai presenti il significato del rito compiuto, si rivolge ai candidati con queste parole o con altre simili:

N. e N., siete stati prescelti per essere iniziati ai santi misteri nella prossima Veglia pasquale.

Catecumeni:
Rendiamo grazie a Dio.

Continua:
Ora è vostro dovere, come anche di noi tutti, offrire con l'aiuto divino, la vostra fedeltà a Dio, che è fedele alla sua chiamata, e impegnarvi a percorrere con animo generoso il cammino verso il compimento della vostra elezione.

Quindi, il celebrante si rivolge ai padrini con queste parole o con altre simili:

Vi raccomandiamo nel Signore questi catecumeni
sui quali avete reso testimonianza:
assisteteli col vostro fraterno aiuto
e incoraggiateli con l'esempio,
finché giungano ai sacramenti della vita divina.


E li invita a porre la mano sulla spalla dei rispettivi candidati o a compiere un altro gesto che abbia lo stesso significato.


PREGHIERA PER GLI ELETTI

148.
La comunità prega con queste parole o con altre simili.

Celebrante:

Fratelli carissimi, nell'attesa di celebrare i misteri della nostra salvezza, la passione e la risurrezione del Signore, iniziamo oggi il nostro itinerario quaresimale.

Questi eletti che conduciamo con noi verso i sacramenti pasquali, attendono l'esempio del nostro rinnovamento.

Preghiamo dunque il Signore per loro e per noi perché questo reciproco impegno di conversione ci renda degni delle grazie pasquali.


Lettore:
Per i catecumeni
perché, memori del giorno della loro elezione,
conservino un animo grato per la benedizione
che hanno ricevuto, preghiamo.

R. Ascoltaci, Signore.

Lettore:
Perché
traggano profitto da questo tempo di grazia,
sostengano le fatiche della rinunzia
e compiano insieme con noi
le opere della santificazione, preghiamo.


R. Ascoltaci, Signore.

Lettore:
Per i catechisti, perché sappiano far gustare
la dolcezza della parola di Dio, preghiamo.


R. Ascoltaci, Signore.

Lettore:
Per i padrini,
perché sappiano mostrare ai catecumeni
come ispirarsi sempre al Vangelo
nella vita privata e nelle relazioni sociali,
preghiamo.

R. Ascoltaci, Signore.

Lettore:
Per le famiglie di questi eletti,
perché li favoriscano e li aiutino a rispondere
con generosità all'azione dello Spirito Santo,
preghiamo.

R. Ascoltaci, Signore.

Lettore:
Per la nostra comunità,
perché in questo tempo quaresimale
sia esemplare nella carità e
perseverante nella preghiera, preghiamo.


R. Ascoltaci, Signore.

Lettore:
Per tutti coloro
che ancora sono angustiati dal dubbio,
perché aderendo con fede a Cristo,
possano giungere alla fraterna comunione con noi,
preghiamo.

R. Ascoltaci, Signore.

Alle sopraddette intenzioni si aggiunga quella per le necessità della Chiesa e di tutto il mondo, se poi, dopo il congedo dei catecumeni, si omette nella Messa la preghiera universale o dei fedeli (cfr n. 151 ).

Altra forma di preghiera per gli eletti a scelta al n.375 .


149. Il celebrante, stendendo le mani sopra gli eletti, conclude la preghiera con la seguente orazione:

O Dio, che nella tua onnipotenza
hai creato l'uomo
e nella tua misericordia l'hai redento,
guarda con bontà ai tuoi figli di adozione
e accogli questi eletti
nel popolo della nuova alleanza,
perché, diventati figli della tua promessa,
ottengano per grazia
ciò che non hanno potuto ottenere con le loro forze.
Per Cristo nostro Signore.

R. Amen.

Oppure:
 
Padre onnipotente,
che vuoi rinnovare tutto in Cristo
e attirare a lui tutti gli uomini,
degnati di guidare questi eletti della tua Chiesa
e fa' che, fedeli alla vocazione ricevuta,
entrino a far parte del regno del tuo Figlio
e ricevano il sigillo dello Spirito Santo.
Per Cristo nostro Signore.


R. Amen.


CONGEDO DEGLI ELETTI

150.
Il celebrante congeda poi gli eletti con questa monizione o con un'altra simile:

Carissimi eletti: avete iniziato insieme con noi l'itinerario quaresimale; Cristo sarà per voi via, verità e vita, specialmente coi prossimi scrutini, nei quali tornerete a riunirvi con noi.
Ora andate in pace.


Eletti: Amen.

Gli eletti escono. Se, per giusti motivi, non possono uscire (cfr n. 19, § 3) ma devono rimanere con i fedeli, si badi bene che, se sono presenti all'Eucaristia, essi non vi partecipino come i battezzati.

Se non si celebra l'Eucaristia, si aggiunga, secondo l'opportunità, un canto adatto e si congedino i fedeli insieme con gli eletti.


CELEBRAZIONE DELL’EUCARISTIA

151.
Dopo che gli eletti sono usciti, si celebra l'Eucaristia. Subito inizia la preghiera universale o dei fedeli con le intenzioni per le necessità della Chiesa e di tutto il mondo. Poi, se è il caso, si recita il Credo e si fa la preparazione dei doni. Tuttavia, per ragioni pastorali, si possono omettere la preghiera dei fedeli e il Credo.



 

TEMPO E RITI
DELLA PURIFICAZIONE
E DELL’ILLUMINAZIONE



152. In questo tempo, che abitualmente coincide con la Quaresima e comincia con l’«elezione», i catecumeni, insieme con la comunità locale, si impegnano nel rinnovamento spirituale per prepararsi alle feste pasquali e all'iniziazione ai sacramenti. A questo fine si celebrano gli scrutini, le consegne e i riti immediatamente preparatori.

153. Gli scrutini e le consegne si fanno nella Quaresima che precede i sacramenti dell'iniziazione. Con questi riti si completa la preparazione spirituale e catechistica degli eletti o «aspiranti» che si protrae per tutto il tempo della Quaresima.

  

I. GLI SCRUTINI


154. Gli scrutini, che si concludono con gli esorcismi, hanno una grande importanza nella formazione spirituale. Tendono infatti a purificare la mente e il cuore, a fortificare contro le tentazioni, a rettificare le intenzioni e a stimolare la volontà verso una più intima adesione a Cristo e verso un sempre più fermo impegno nell'amore di Dio da parte dei catecumeni.


155. Si richiede agli aspiranti la volontà di acquistare un profondo senso del Cristo e della Chiesa e specialmente ci si attende da loro un progresso nella sincera conoscenza di sé, in una seria revisione spirituale e nella vera penitenza.

156. Con il rito dell'esorcismo, celebrato dai sacerdoti o dai diaconi, gli eletti, istruiti dalla Madre Chiesa sul mistero della liberazione dal peccato per merito di Cristo, sono liberati dalle conseguenze del peccato e dall'influsso diabolico, sono rinvigoriti nel loro cammino spirituale e aprono il cuore ai doni del Salvatore.

157. Per suscitare il desiderio della purificazione e della redenzione di Cristo, si tengono tre scrutini; il loro scopo è di illuminare a poco a poco i catecumeni sul mistero del peccato, da cui l'universo intero e ogni uomo desiderano di esser redenti per liberarsi dalle sue conseguenze nel presente e nel futuro, e anche di rendere familiare agli animi il senso del Cristo Redentore, che è acqua viva (cfr il Vangelo della samaritana), luce (cfr il Vangelo del cieco nato), risurrezione e vita (cfr il Vangelo della risurrezione di Lazzaro). Dal primo all'ultimo scrutinio ci deve essere un progresso nella conoscenza del peccato e nel desiderio della salvezza.

158. Gli scrutini sono celebrati dal sacerdote o dal diacono che presiede la comunità, perché dalla liturgia degli scrutini anche i fedeli ricavino profitto e nelle orazioni intercedano per gli eletti.

159. Gli scrutini si svolgono nelle Messe degli scrutini che si celebrano nelle domeniche III, IV e V di Quaresima; si scelgano le letture del ciclo «A» con i loro canti, come sono assegnate nel Lezionario domenicale e festivo. Se, per ragioni pastorali, non si possono tenere in queste domeniche, si scelgano altre domeniche di Quaresima o anche giorni feriali particolarmente adatti. Tuttavia la prima Messa degli scrutini sia sempre la Messa della samaritana, la seconda del cieco nato, la terza di Lazzaro (nn. 386-389).
 
 

PRIMO SCRUTINIO


160. Il primo scrutinio si celebra nella III domenica di Quaresima, usando le formule che si trovano nel Messale (Messa rituale «Per gli scrutini battesimali») e nel Lezionario domenicale e festivo, ciclo A (cfr nn. 386-387).


OMELIA

161.
Nell'omelia il celebrante, soffermandosi sulle letture della sacra Scrittura, spiega le ragioni del primo scrutinio, tenendo presenti sia la liturgia quaresimale come anche l'itinerario spirituale degli eletti.


PREGHIERA IN SILENZIO

162.
Dopo l'omelia, gli eletti insieme con i padrini e con le madrine si dispongono davanti al celebrante. Questi, rivolgendosi anzitutto ai fedeli, li invita a pregare in silenzio per gli eletti per chiedere in loro lo spirito di penitenza, il senso del peccato e la vera libertà dei figli di Dio.

Poi, rivolgendosi ai catecumeni, invita anche loro a pregare in silenzio e li esorta a esprimere anche esteriormente il senso della penitenza o inchinandosi o inginocchiandosi. Infine conclude con queste parole o con altre simili:

Eletti di Dio,
inchinatevi
[oppure: inginocchiatevi ] e pregate.

Gli eletti si inchinano o si inginocchiano. Tutti pregano per qualche tempo in silenzio. Poi, secondo l'opportunità, tutti si alzano.


PREGHIERA PER GLI ELETTI

163.
Mentre si fa la preghiera per gli eletti, i padrini e le madrine tengono la destra sulla spalla di ciascun eletto.

Celebrante:
Preghiamo per questi eletti, che la Chiesa ha scelto con fiducia e dopo il lungo cammino già percorso, perché, compiuta la loro preparazione, nelle solennità pasquali si incontrino con Cristo nei suoi sacramenti.

Lettore:
Perché meditino nel loro cuore
la parola di Dio
e la gustino sempre più
di giorno in giorno, preghiamo.


R. Ascoltaci, Signore.

Lettore:
Perché conoscano Cristo,
che è venuto a salvare
ciò che era perduto, preghiamo.


R. Ascoltaci, Signore.

Lettore:
Perché con umiltà di cuore
si riconoscano peccatori, preghiamo.


R. Ascoltaci, Signore.

Lettore:
Perché con sincera decisione
rifiutino ciò che nella loro condotta
è dispiaciuto a Cristo
e si oppone alla sua legge di amore, preghiamo.


R. Ascoltaci, Signore.

Lettore:
Perché lo Spirito Santo,
che scruta i cuori di tutti,
sostenga con la sua forza la loro debolezza,
preghiamo.


R. Ascoltaci, Signore.

Lettore:
Perché imparino dallo Spirito Santo
la legge d'amore di Dio
e possano piacere a lui, preghiamo.


R. Ascoltaci, Signore.

Lettore:
Perché le famiglie degli eletti
ripongano in Cristo la loro speranza
e possano trovare in lui la santità e la pace,
preghiamo.


R. Ascoltaci, Signore.

Lettore:
Perché anche noi,
in preparazione alle feste pasquali,
purifichiamo le nostre menti, solleviamo i nostri cuori
e compiamo le opere della carità, preghiamo.

R. Ascoltaci, Signore.

Lettore:
Perché in tutto il mondo
si rafforzi ciò che è infermo,
si risollevi ciò che è abbattuto,
ciò che è perduto si ritrovi
e a tutte le creature si estenda la redenzione,
preghiamo.


R. Ascoltaci, Signore.

La monizione del celebrante e le intenzioni della preghiera si possono adattare alle varie circostanze. Inoltre si aggiunga l'intenzione consueta per le necessità della Chiesa e di tutto il mondo se, dopo il congedo dei catecumeni, nella celebrazione dell'Eucaristia si tralascia la preghiera universale o dei fedeli (cfr n. 166).

Altra forma di preghiera per gli eletti a scelta al n. 376.


ESORCISMO

164.
Dopo la preghiera per gli eletti, il celebrante, rivolgendosi verso gli eletti stessi, dice a mani giunte:

O Dio,
che hai mandato il tuo Figlio come salvatore,
fa' che questi nostri catecumeni,
ansiosi di ricevere l'acqua viva
come la samaritana del Vangelo,
siano trasformati dalla tua parola
e riconoscano i loro peccati
e le loro infermità.
Non permettere
che una vana fiducia in se stessi li illuda
né li inganni l'insidia del maligno,
ma liberali dallo spirito di falsità,
perché riconoscano i loro errori
e purificati interiormente
possano entrare nella via della salvezza.
Per Cristo nostro Signore.

Tutti:
Amen.

Quindi, se ciò si può fare con facilità, il celebrante in silenzio impone la mano su ciascun eletto.
Poi, stendendo le mani sopra gli eletti, il celebrante continua:

Signore Gesù,
tu sei la fonte a cui questi eletti giungono assetati,
tu sei il maestro che essi cercano.
Davanti a te, che solo sei il santo,
non osano dirsi senza colpa.
A te aprono con fiducia il loro cuore,
confessano i loro peccati,
scoprono le piaghe nascoste del loro spirito.
Nella tua bontà liberali da tutti i mali,
guariscili nella loro malattia,
estingui la loro sete,
dona loro la tua pace.
Per la forza del tuo nome,
che invochiamo fiduciosi,
vieni a salvarli, o Signore.
Comanda allo spirito maligno
che hai sconfitto con la tua risurrezione.
Mostra a questi tuoi eletti
la via da percorrere nello Spirito Santo,
perché camminando verso il Padre,
lo adorino nella verità.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

Tutti:
Amen.

Altra forma di esorcismo a scelta al n. 379.

Secondo l'opportunità, si esegue un canto adatto, scelto ad esempio fra i salmi 6, 25, 31, 37, 38, 39, 50, 114, 129, 138, 141.


CONGEDO DEGLI ELETTI

165.
Infine il celebrante congeda gli eletti, dicendo:

Andate in pace e tornate per il prossimo scrutinio.
Il Signore sia sempre con voi.


Eletti: Amen.

Gli eletti escono. Se per giusti motivi non possono uscire, si faccia come nel rito dell'ammissione al catecumenato, n. 96.

Se non si celebra l'Eucaristia, si aggiunge secondo l'opportunità un canto adatto e i fedeli vengono congedati insieme con gli eletti.


CELEBRAZIONE DELL’EUCARISTIA

166.
Dopo che gli eletti sono usciti si celebra l'Eucaristia. Subito inizia la preghiera universale o dei fedeli con le intenzioni per le necessità della Chiesa e di tutto il mondo. Poi si dice il Credo e si fa la preparazione dei doni; tuttavia, per ragioni pastorali, si possono tralasciare la preghiera dei fedeli e il Credo. Nella preghiera eucaristica si faccia menzione degli eletti e dei padrini (vedi Messale Romano: Messa «Per gli scrutini battesimali»).

 

SECONDO SCRUTINIO


167. Il secondo scrutinio si celebra nella IV domenica di Quaresima, usando le formule che si trovano nel Messale (Messa rituale «Per gli scrutini battesimali») e nel Lezionario domenicale e festivo, ciclo A (cfr nn. 386 e 388).


OMELIA

168.
Nell'omelia il celebrante, soffermandosi sulle letture della sacra Scrittura, spiega le ragioni del secondo scrutinio, tenendo presenti sia la liturgia quaresimale come anche l'itinerario spirituale degli eletti.


PREGHIERA IN SILENZIO

169.
Dopo l'omelia, gli eletti insieme con i padrini e con le madrine si dispongono davanti al celebrante. Questi, rivolgendosi anzitutto ai fedeli, li invita a pregare in silenzio per gli eletti per chiedere in loro lo spirito di penitenza, il senso del peccato e la vera libertà dei figli di Dio.
Poi, rivolgendosi ai catecumeni, invita anche loro a pregare in silenzio e li esorta a esprimere, anche esteriormente, il senso della penitenza o inchinandosi o inginocchiandosi. Infine conclude con queste parole o con altre simili:

Eletti di Dio,
inchinatevi
[oppure: inginocchiatevi] e pregate.

Allora gli eletti si inchinano o si inginocchiano. Tutti pregano per qualche tempo in silenzio. Quindi, secondo l'opportunità, tutti si alzano.


PREGHIERA PER GLI ELETTI

170.
Mentre si fa la preghiera per gli eletti, i padrini e le madrine pongono la mano destra sulla spalla di ciascun eletto.

Celebrante:
Preghiamo per questi eletti, che Dio ha chiamato perché vivano uniti a lui nella santità e rendano buona testimonianza alle parole di vita eterna.

Lettore:
Perché, confidando nella verità di Cristo Signore,
ottengano e sempre conservino
la libertà dello spirito e del cuore, preghiamo.

R. Ascoltaci, Signore.

Lettore:
Perché meditando la sapienza della croce,
possano gloriarsi in Dio
che confonde la sapienza di questo mondo,
preghiamo.


R. Ascoltaci, Signore.

Lettore:
Perché, ottenuta la liberazione dal peccato
in virtù dello Spirito Santo,
si volgano dal timore alla fiducia,
preghiamo.


R. Ascoltaci, Signore.

Lettore:
Perché, rinnovati profondamente nello spirito,
ricerchino sempre ciò che è giusto e santo,
preghiamo.


R. Ascoltaci, Signore.

Lettore:
Perché tutti coloro che soffrono persecuzione
per il nome di Cristo
ottengano da lui il sostegno nelle loro prove,
preghiamo.

R. Ascoltaci, Signore.

Lettore:
Perché le famiglie e i popoli
che sono impediti di abbracciare la fede cristiana
ottengano la libertà di credere al Vangelo,
preghiamo.

R. Ascoltaci, Signore.

Lettore:
Perché tutti noi,
messi alla prova dell'esperienza del mondo,
restiamo sempre fedeli allo spirito del Vangelo,
preghiamo.


R. Ascoltaci, Signore.

Lettore:
Perché tutto il mondo, amato dal Padre,
possa giungere nella Chiesa alla piena
e spirituale libertà,
preghiamo.


R. Ascoltaci, Signore.

La monizione del celebrante e le intenzioni della preghiera si possono adattare alle varie circostanze. Inoltre si aggiunga l'intenzione consueta per le necessità della Chiesa e di tutto il mondo, se, dopo il congedo degli eletti, nella celebrazione della Eucaristia è tralasciata la preghiera universale o dei fedeli (cfr n. 173).
Altra forma di preghiera per gli eletti a scelta al n. 378.


ESORCISMO

171.
Dopo la preghiera per gli eletti il celebrante, rivolgendosi verso gli eletti stessi, dice a mani giunte:

Preghiamo.

Padre di bontà,
che hai concesso al cieco nato
di credere in Cristo tuo Figlio
e di entrare a far parte del tuo regno,
fa' che questi tuoi eletti
siano liberati dalle menzogne
da cui sono insidiati e accecati,
e fa' che, radicati saldamente nella fede,
diventino figli della luce
e siano sempre luminosi di santità e di grazia.
Per Cristo nostro Signore.


Tutti:
Amen.

Quindi, se ciò si può fare con facilità, il celebrante in silenzio impone le mani su ciascun eletto.

Poi, stendendo le mani sopra gli eletti, il celebrante continua:

Signore Gesù,
luce vera che illumini ogni uomo,
libera per mezzo del tuo Spirito di verità
tutti coloro che sono oppressi
sotto il giogo del padre della menzogna,
e suscita in coloro che hai eletto ai tuoi sacramenti
il desiderio di aderire a te,
perché, nella gioia della tua luce,
come il cieco del Vangelo che riebbe la vista,
divengano fermi e sicuri testimoni della fede.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.


Tutti:
Amen.

Altra forma di esorcismo a scelta al n. 379.

Secondo l'opportunità, si esegue un canto adatto, scelto, ad esempio fra i salmi 6, 25, 31, 37, 38, 39, 50, 114, 129, 138, 141.


CONGEDO DEGLI ELETTI

172.
Infine il celebrante congeda gli eletti, dicendo:

Andate in pace e tornate per il prossimo scrutinio.
Il Signore sia sempre con voi.


Eletti:
Amen.

Gli eletti escono. Se però, per giusti motivi, non possono uscire, si faccia come nel rito dell'ammissione al catecumenato, n. 96. Se non si celebra l'Eucaristia, si aggiunge secondo l'opportunità, un canto adatto, e i fedeli vengono congedati insieme con gli eletti.


CELEBRAZIONE DELL’EUCARISTIA

173.
Dopo che gli eletti sono usciti, si celebra l'Eucaristia. Subito inizia la preghiera universale o dei fedeli con le intenzioni per le necessità della Chiesa e di tutto il mondo. Poi si dice il Credo e si fa la preparazione dei doni; tuttavia, per ragioni pastorali, si possono tralasciare la preghiera universale o dei fedeli e il Credo. Nella preghiera eucaristica si faccia menzione degli eletti e dei padrini (vedi Messale Romano: Messa «Per gli scrutini quaresimali»).

  

TERZO SCRUTINIO


174. Il terzo scrutinio si celebra nella V domenica di Quaresima, usando le formule che si trovano nel Messale (Messa rituale «Per gli scrutini battesimali») e nel Lezionario domenicale e festivo, ciclo A (cfr anche più avanti ai nn. 386 e 389).


OMELIA

175.
Nell'omelia il celebrante, soffermandosi sulle letture della sacra Scrittura, spiega le ragioni del terzo scrutinio, tenendo presenti sia la liturgia quaresimale come anche l'itinerario spirituale degli eletti.


PREGHIERA IN SILENZIO

176.
Dopo l'omelia, gli eletti insieme con i padrini e con le madrine si dispongono davanti al celebrante. Questi, rivolgendosi anzitutto ai fedeli, li invita a pregare in silenzio per gli eletti per chiedere per loro lo spirito di penitenza, il senso del mistero del peccato e della morte e la speranza dei figli di Dio nella vita eterna. Poi, rivolgendosi ai catecumeni, invita anche loro a pregare in silenzio e li esorta a esprimere anche esteriormente il senso della penitenza o inchinandosi o inginocchiandosi. Infine conclude con queste parole o con altre simili:

Eletti di Dio,
inchinatevi
[oppure: inginocchiatevi] e pregate.

Allora gli eletti si inchinano o si inginocchiano. Tutti pregano per qualche tempo in silenzio. Poi, secondo l'opportunità, tutti si alzano.


PREGHIERA PER GLI ELETTI

177.
Mentre si fa la preghiera per gli eletti, i padrini e le madrine pongono la mano destra sulla spalla di ciascun eletto.

Celebrante:
Preghiamo per questi eletti che Dio ha scelto perché, resi conformi alla morte e alla risurrezione del Cristo, possano superare con la grazia dei sacramenti le conseguenze del peccato che ha portato nel mondo la morte.

Lettore:
Perché la loro fede li renda più forti
contro tutti gli inganni del mondo,
preghiamo.


R. Ascoltaci, Signore.

Lettore:
Perché siano riconoscenti al Signore
che li ha tolti dall'ignoranza
riguardo alla speranza eterna
e li ha fatti incamminare
per la via della salvezza
preghiamo.


R. Ascoltaci, Signore.

Lettore:
Perché, sull'esempio e per l'intercessione
dei catecumeni che versarono il sangue per Cristo,
siano sollevati alla speranza della vita eterna,
preghiamo.


R. Ascoltaci, Signore.

Lettore:
Perché tutti aborriscano il peccato
che distrugge la vita, preghiamo.

R. Ascoltaci, Signore.

Lettore:
Perché coloro che sono afflitti
per la morte dei loro cari
trovino in Cristo la consolazione e la pace,
preghiamo.

R. Ascoltaci, Signore.

Lettore:
Perché anche noi
al ritorno delle solennità pasquali
siamo confermati nella speranza
di risorgere con Cristo, preghiamo.


R. Ascoltaci, Signore.

Lettore:
Perché il mondo intero,
creato dall'amore di Dio,
sia rinnovato dalla crescita della fede e della carità,
preghiamo.


R. Ascoltaci, Signore.

La monizione del celebrante e le intenzioni della preghiera si possono adattare alle varie circostanze. Inoltre si aggiunga l'intenzione consueta per le necessità della Chiesa e di tutto il mondo se, dopo il congedo dei catecumeni, nella celebrazione dell'Eucaristia si tralascia la preghiera. universale o dei fedeli (cfr n. 180).

Altra forma di preghiera per gli eletti, a scelta al n. 380.


ESORCISMO

178
. Dopo la preghiera per gli eletti, il celebrante, rivolgendosi verso gli eletti stessi, dice a mani giunte:

Preghiamo.

O Dio, Padre della vita eterna,
tu sei il Dio non dei morti, ma dei vivi
e hai inviato il Figlio tuo messaggero della vita,
perché strappasse gli uomini
al regno della morte
e li conducesse alla risurrezione.
Libera questi eletti
dal potere dello spirito maligno,
perché possano ricevere
la nuova vita del Cristo risorto
e le rendano testimonianza con le opere.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
 
Tutti:
Amen.

Quindi, se ciò si può fare con facilità, il celebrante in silenzio impone la mano su ciascun eletto.

Poi, stendendo le mani sopra gli eletti, il celebrante continua:

Signore Gesù,
che, risuscitando Lazzaro da morte,
hai rivelato d'esser venuto
perché gli uomini avessero la vita e
l'avessero in abbondanza,
libera dalla morte questi eletti,
che cercano la vita nei tuoi sacramenti,
allontana da loro lo spirito del male
e, per mezzo del tuo Spirito datore di vita,
comunica loro la fede, la speranza e la carità,
perché vivano sempre uniti a te
e abbiano parte alla gloria della tua risurrezione.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

Tutti:
Amen.

Altra forma di esorcismo a scelta al n. 381.

Secondo l'opportunità, si esegue un canto adatto scelto ad esempio fra i salmi 6, 25, 31, 37, 38, 39, 50, 114, 129, 138, 141.


CONGEDO DEGLI ELETTI

179.
Infine il celebrante congeda gli eletti, dicendo:

Andate in pace e il Signore sia sempre con voi.

Eletti:
Amen.

Gli eletti escono. Se però per giusti motivi non possono uscire, si faccia come nel rito per l'ammissione al catecumenato, n. 96. Se non si celebra l'Eucaristia, si aggiunge, secondo l'opportunità, un canto adatto e i fedeli vengono congedati insieme con gli eletti.


CELEBRAZIONE DELL’EUCARISTIA

180.
Dopo che gli eletti sono usciti, si celebra l'Eucaristia. Subito inizia la preghiera universale o dei fedeli con le intenzioni per le necessità della Chiesa e di tutto il mondo. Poi si recita il Credo e si fa la preparazione dei doni; tuttavia, per ragioni pastorali, si possono tralasciare la preghiera universale o dei fedeli e il Credo. Nella preghiera eucaristica si faccia menzione degli eletti e dei padrini (vedi Messale Romano: Messa «Per gli scrutini battesimali»).

 

II. LE CONSEGNE


181. Se ancora non sono state fatte (cfr nn.125-126), dopo gli scrutini si devono celebrare le «consegne» (traditiones) con le quali, compiuta o iniziata da tempo conveniente l'istruzione dei catecumeni, la Chiesa amorevolmente affida loro i documenti che fin dall'antichità sono ritenuti il compendio della sua fede e della sua preghiera.

182. È auspicabile che il rito si tenga davanti alla comunità dei fedeli dopo la liturgia della parola di una Messa feriale, con letture adatte alle «consegne».

 

CONSEGNA DEL SIMBOLO


183. La prima «traditio» è la «consegna del Simbolo» che gli eletti impareranno a memoria e poi dovranno riconsegnare pubblicamente (cfr nn.194-199 ), prima di fare, nel giorno del Battesimo, la loro professione di fede secondo il Simbolo stesso.

184. La consegna del Simbolo si farà entro la settimana successiva al primo scrutinio. Secondo l'opportunità, si può fare anche nel tempo del catecumenato (cfr nn. 125-126).


LETTURE E OMELIA

185.
In luogo delle letture che sono assegnate alla feria, si leggeranno le pericopi adatte come indicato al n.390.

Segue l'omelia nella quale il celebrante, soffermandosi sul testo sacro, spiega il significato e l'importanza del Simbolo sia rispetto alla catechesi trasmessa sia rispetto alla professione di fede da farsi nel Battesimo e da mantenersi per tutta la vita.


CONSEGNA DEL SIMBOLO

186.
Dopo l'omelia il diacono dice:

Si avvicinino gli eletti per ricevere dalla Chiesa il Simbolo della fede.

Quindi il celebrante si rivolge loro con queste parole o con altre simili:

Carissimi: ascoltate le parole della fede per mezzo della quale riceverete la nuova vita in Dio. Sono poche parole, ma contengono grandi misteri. Accoglietele e conservatele con cuore sincero.

Poi il celebrante dà inizio alla recita del Simbolo, dicendo:

Io credo in Dio Padre onnipotente,

e prosegue solo o insieme con la comunità dei fedeli:

creatore del cielo e della terra;
e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore,
il quale fu concepito di Spirito Santo,
nacque da Maria vergine,
patì sotto Ponzio Pilato,
fu crocifisso, morì e fu sepolto;

discese agli inferi
il terzo giorno risuscitò da morte;

salì al cielo,
siede alla destra di Dio Padre onnipotente;
di là ha da venire a giudicare i vivi e i morti.

Credo nello Spirito Santo,
la santa Chiesa cattolica,
la comunione dei Santi,
la remissione dei peccati,
la risurrezione della carne,
la vita eterna.
Amen.
_____________________________________________________

Secondo l'opportunità, si può usare anche il Simbolo Niceno-Costantinopolitano:

Credo in un solo Dio, Padre onnipotente,
creatore del cielo e della terra,
di tutte le cose visibili e invisibili.
Credo in un solo Signore, Gesù Cristo,
unigenito Figlio di Dio,
nato dal Padre prima di tutti i secoli:
Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero,
generato, non creato,
della stessa sostanza del Padre;
per mezzo di lui tutte le cose sono state create.
Per noi uomini e per la nostra salvezza
discese dal cielo,
e per opera dello Spirito Santo
si è incarnato nel seno della Vergine Maria
e si è fatto uomo.
Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato,
morì e fu sepolto.
Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture,
è salito al cielo, siede alla destra del Padre.
E di nuovo verrà, nella gloria,
per giudicare i vivi e i morti,
e il suo regno non avrà fine.
Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita,
e procede dal Padre e dal Figlio.
Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato,
e ha parlato per mezzo dei profeti.
Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica.
Professo un solo battesimo
per il perdono dei peccati.
Aspetto la risurrezione dei morti
e la vita del mondo che verrà.

Amen.
_____________________________________________________


ORAZIONE SOPRA GLI ELETTI

187.
Il celebrante invita i fedeli a pregare con queste parole o con altre simili:

Preghiamo per i nostri eletti:
il Signore, Dio nostro,
illumini i loro cuori
e apra loro la porta della sua misericordia,
perché mediante l'acqua del Battesimo
ricevano il perdono di tutti i peccati
e siano incorporati in Cristo Gesù,
nostro Signore.

Tutti pregano in silenzio.

Quindi il celebrante, stendendo la mani sopra gli eletti, dice:

O Signore,
sorgente di luce e di verità,
ci rivolgiamo alla tua eterna
e giustissima misericordia,
per questi tuoi servi
N. e N.,
rendili puri e santi;
concedi loro il dono di una scienza vera,
di una ferma speranza
e di una dottrina santa,
perché siano degni
di ricevere la grazia del Battesimo.
Per Cristo nostro Signore.

Tutti:
Amen.

  

CONSEGNA DELLA PREGHIERA DEL SIGNORE


188. Agli eletti viene consegnata anche la «Preghiera del Signore» (Padre nostro) che fin dall'antichità è propria di coloro che con il Battesimo hanno ricevuto lo spirito di adozione a figli e che i neofiti reciteranno insieme con gli altri battezzati nella prima celebrazione dell'Eucaristia a cui parteciperanno.

189. La consegna della Preghiera del Signore si fa nella settimana successiva al terzo scrutinio. Secondo l'opportunità, si può celebrare anche entro il tempo del catecumenato (cfr nn. 125-126). Se necessario, si può anche rinviare e fare con i riti immediatamente preparatori (cfr nn. 193 ss.).


LETTURE E CANTI

190.
In luogo delle letture che sono assegnate alla feria, si leggeranno le pericopi adatte come indicato al n. 391.


VANGELO

191.
Il diacono dice:

Si avvicinino gli eletti che devono ricevere la Preghiera del Signore.

Allora il celebrante si rivolge agli eletti con queste parole o con altre simili:

Ascoltate come il Signore insegnò a pregare ai suoi discepoli.


X  Dal vangelo secondo Matteo
     6, 9-13


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli
«Voi pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli
sia santificato il tuo nome;
venga il tuo regno;
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male ».


Segue l'omelia nella quale il celebrante spiega il significato e l'importanza della Preghiera del Signore.


ORAZIONE SOPRA GLI ELETTI

192.
Quindi il celebrante invita i fedeli a pregare con queste parole o con altre simili:

Preghiamo per i nostri eletti:
 il Signore, Dio nostro,
illumini i loro cuori
e apra loro la porta della sua misericordia,
perché mediante l'acqua del Battesimo
ricevano il perdono di tutti i peccati
e siano incorporati in Cristo Gesù,
nostro Signore.


Tutti pregano in silenzio.

Il celebrante, stendendo le mani sopra gli eletti, dice:

Dio onnipotente ed eterno,
che rendi la tua Chiesa
sempre feconda di nuovi figli,
aumenta nei nostri eletti
l'intelligenza della fede,
perché, nati a vita nuova nel fonte battesimale,
siano accolti fra i tuoi figli di adozione.
Per Cristo nostro Signore.


R.
Amen.


 

III.    RITI IMMEDIATAMENTE PREPARATORI


193. Se gli eletti possono riunirsi il Sabato Santo per prepararsi nella meditazione e nella preghiera a ricevere i sacramenti, si propongono i riti seguenti, che si possono usare o tutti o in parte, secondo l'opportunità.

 

RICONSEGNA DEL SIMBOLO


194. Con questo rito gli eletti sono preparati alla professione battesimale della fede e sono istruiti sul dovere di annunziare la parola del Vangelo.

195. Se, per necessità, non si è potuto consegnare il Simbolo, la riconsegna (redditio) non avrà luogo.


LETTURE OMELIE

196.
All'inizio si esegue un canto adatto. Quindi si legge una delle pericopi indicate al n. 392 o un'altra adatta.
Quindi si tiene una breve omelia.

197. Se insieme si tiene il rito dell'«Effatà», la celebrazione comincia da quanto indicato più avanti, ai nn. 200-202.


PREGHIERA

198.
Con le mani tese davanti al petto, il celebrante recita questa preghiera:

Preghiamo.

Concedi, Signore, che questi eletti,
che hanno conosciuto il tuo disegno di amore
e i misteri della vita del tuo Cristo,
li professino con la bocca
e li custodiscano con la fede
e compiano sempre nelle opere la tua volontà.
Per Cristo nostro Signore.


Tutti:
Amen.


RICONSEGNA DEL SIMBOLO

199.
Quindi gli eletti recitano il Simbolo:

Io credo in Dio Padre onnipotente,
creatore del cielo e della terra;

e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore,
il quale fu concepito di Spirito Santo,
nacque da Maria vergine,
patì sotto Ponzio Pilato,
fu crocifisso, morì e fu sepolto;

discese agli inferi;
il terzo giorno risuscitò da morte;

salì al cielo,
siede alla destra di Dio Padre onnipotente;
di là ha da venire a giudicare i vivi e i morti.

Credo nello Spirito Santo,
la santa Chiesa cattolica,
la comunione dei Santi,
la remissione dei peccati,
la risurrezione della carne,
la vita eterna.

Amen.

Se nella consegna del Simbolo si è usato il Simbolo Niceno-Costantinopolitano, si usa lo stesso Simbolo anche nella riconsegna (cfr n. 186).


 

RITO DELL’« EFFATÀ »


200.
Con questo rito, in forza del suo proprio simbolismo, si sottolinea la necessità della grazia perché uno possa ascoltare la parola di Dio e professarla per la propria salvezza.


LETTURA

201.
Dopo un canto adatto, si legge il passo di Mc 7, 31-37 (n. 393).

 

RITO DELL’« EFFATÀ »


202.
Quindi il celebrante, toccando col pollice l'orecchio destro e sinistro dei singoli eletti e la loro bocca chiusa, dice:

Effatà, cioè: Apriti,
perché tu possa professare la tua fede
a lode e gloria di Dio.


Se gli eletti sono molto numerosi, la formula intera si adopera soltanto per il primo; per gli altri si dica soltanto:

Effatà, cioè: Apriti.

 

SCELTA DEL NOME CRISTIANO


203. Si può a questo punto assegnare il nuovo nome, se non è stato assegnato prima a norma del n. 88. Tale nome deve essere o cristiano o secondo la cultura propria della regione, purché possa assumere un senso cristiano. Talvolta, se è il caso e se gli eletti sono pochi, basterà spiegare all'eletto il significato cristiano del nome già ricevuto dai genitori.


LETTURE

204.
Dopo un canto adatto, secondo l'opportunità, si fa una lettura come indicato al n. 394, o un'altra adatta, che il celebrante illustra brevemente.


SCELTA DEL NOME

205.
Il celebrante interroga l'eletto sul nome che si è scelto. Poi, secondo l'opportunità, (cfr n. 203), dice:

N., d'ora in poi ti chiamerai N.

Eletto:
Amen.

o un’altra espressione adatta

Se è il caso, il celebrante spiega il significato cristiano del nome già ricevuto dai genitori.

 

UNZIONE CON L’OLIO DEI CATECUMENI


206. Se, a giudizio della Conferenza Episcopale viene mantenuta l'unzione con l'Olio dei catecumeni, e per mancanza di tempo non si può celebrare durante la Veglia pasquale, si può farla nella giornata del Sabato Santo. Si può dare separatamente o insieme con la riconsegna del Simbolo o prima come preparazione o dopo come conferma.
Per l'unzione si usi l'olio dei catecumeni benedetto dal Vescovo nella Messa crismale.

207. Se non c'è l'olio già benedetto, per ragioni pastorali
* lo può benedire il sacerdote, dicendo la seguente orazione:

O Dio, sostegno e difesa del tuo popolo,
benedici quest'olio
X
del quale hai voluto fare
un segno della tua forza divina,
e ai catecumeni che ne riceveranno l'unzione
concedi forza e vigore;
illuminati dalla tua sapienza divina,
comprendano più profondamente
il Vangelo di Cristo;
sostenuti dalla tua potenza,
assumano con generosità
gli impegni della vita cristiana,
e, fatti degni dell'adozione a figli,
gustino la gioia di rinascere
e di vivere nella tua Chiesa.
Per Cristo nostro Signore.

Tutti:
Amen.
_____________________________________________________

Il celebrante, rivolto agli eletti, dice:

Vi ungo con l'olio, segno di salvezza:
vi fortifichi con la sua potenza Cristo Salvatore,
che vive e regna nei secoli dei secoli.

Eletti:
Amen.

Ciascun eletto riceve l'unzione con l'Olio dei catecumeni sul petto o su ambedue le mani o, se ritenuto opportuno, anche su altre parti del corpo. Se gli eletti sono molto numerosi, l'unzione può esser fatta da più ministri.
 


 


* Cfr Ordo benedicendi Oleum catechumenorum et infirmorum et conficiendi Chrisma, Praenotanda, n.7.

 
 

1 - RITO DEL CATECUMENATO   

SECONDO I VARI GRADI   
                      

 Terzo grado 
 
     Celebrazione dei Sacramenti dell'iniziazione
    
Tempo della mistagogìa
 



CELEBRAZIONE
DEI SACRAMENTI DELL’INIZIAZIONE


 

208. L'iniziazione degli adulti si celebra, secondo la tradizione, nella santa notte della Veglia pasquale. I sacramenti sono conferiti dopo la benedizione dell'acqua, come è indicato nel Messale Romano nel Rito della Veglia pasquale al n. 44.

209. Se invece viene celebrata fuori dei tempi consueti (cfr Introduzione nn. 58-59) si faccia in modo che la celebrazione manifesti l'indole pasquale (cfr Introduzione generale, n. 6), usando la Messa rituale «Per il Battesimo» che si trova nel Messale Romano. Per le Letture vedi n. 395.

 

CELEBRAZIONE DEL BATTESIMO


210. Anche quando i sacramenti dell'iniziazione si celebrano fuori della solennità pasquale, si compia il rito della benedizione dell'acqua (cfr Introduzione generale, n. 21), con il quale, attraverso la commemorazione delle grandi cose compiute da Dio, è ricordato il mistero del suo amore a partire dall'origine del mondo e dalla creazione del genere umano; e poi, con l'invocazione dello Spirito Santo e l'annunzio della morte e della risurrezione di Cristo, si sottolinea la novità del lavacro di rigenerazione istituito dal Signore, con cui partecipiamo alla sua morte e risurrezione e riceviamo la santità stessa di Dio.

211. La rinunzia a Satana e la professione di fede costituiscono un solo rito che ha il suo pieno compimento nel Battesimo degli adulti. Essendo infatti il Battesimo il sacramento della fede, con la quale i catecumeni aderiscono a Dio e insieme sono da lui rigenerati, opportunamente al lavacro si premette l'atto con cui i singoli, come era prefigurato nel primo patto dei patriarchi, ora rinunziano decisamente al peccato e a Satana in modo da aderire per sempre alla promessa del Salvatore e al mistero della Trinità. Con questa professione che fanno davanti al celebrante e alla comunità, essi significano la volontà, maturata nel tempo del catecumenato, di stabilire con Cristo il nuovo patto. In questa fede, tramandata dalla Chiesa per volontà divina e da essi abbracciata, sono battezzati gli adulti.

212. L'unzione con l'Olio dei catecumeni che si compie fra la rinunzia e la professione di fede, per necessità pastorale e opportunità liturgica può essere anticipata (cfr nn. 206-207).
Si tenga presente peraltro che con l'unzione viene significata la necessità dell'aiuto divino perché il battezzando, superando gli ostacoli del passato e le insidie del diavolo, possa intraprendere coraggiosamente il cammino della professione della fede cui dovrà rimanere fedele per tutto il corso della vita.


LITANIE DEI SANTI

213.
Prima delle litanie dei santi i battezzandi insieme con i loro padrini e le madrine si avvicinano al fonte, intorno al quale si dispongono in modo da non impedire la vista dei fedeli. Se i battezzandi sono molto numerosi, possono avvicinarsi mentre si cantano le invocazioni.
Il celebrante, rivolgendosi ai presenti, tiene questa monizione o un'altra simile:

Fratelli carissimi, invochiamo la misericordia di Dio Padre onnipotente per questi suoi figli N. e N., che chiedono il santo Battesimo.

Dio, che li ha chiamati e li ha guidati fino a questo momento, doni loro luce e forza, perché con animo generoso aderiscano a Cristo e professino la fede della Chiesa. Conceda ad essi il rinnovamento dello Spirito Santo che stiamo per invocare sopra questa acqua.


214. Si cantano quindi le litanie dei santi nelle quali si possono aggiungere alcuni nomi di Santi, specialmente della Chiesa particolare o del Titolare della chiesa o anche dei Patroni del luogo e dei battezzandi.


Signore, pietà
Oppure:
Kýrie, eléison

Cristo, pietà
Oppure:
Christe, eléison

Signore, pietà
Oppure:
Kýrie, eléison

Santa Maria, Madre di Dio

San Michele
Santi angeli di Dio

San Giovanni Battista
San Giuseppe

Santi Pietro e Paolo
Sant'Andrea
San Giovanni
Santi Apostoli ed evangelisti

Santa Maria Maddalena
Santi discepoli del Signore

Santo Stefano
Sant'Ignazio d'Antiòchia
San Lorenzo
Sante Perpètua e Felìcita
Sant'Agnese
Santi martiri di Cristo

San Gregorio
Sant'Agostino
Sant'Atanasio
San Basilio
San Martino
Santi Cirillo e Metodio
San Benedetto
San Francesco
San Domenico
San Francesco Saverio
San Giovanni Maria
[
Vianney]
Santa Caterina da Siena
Santa Teresa di Gesù
Santi e sante di Dio

Nella tua misericordia
Da ogni male
Da ogni peccato
Dalla morte eterna

Per la tua incarnazione
Per la tua morte e risurrezione
Per il dono dello Spirito Santo

Noi peccatori, ti preghiamo
Dona la grazia
della vita nuova nel Battesimo
a questi tuoi eletti

Gesù,
Figlio del Dio vivente,
ascolta 
la nostra supplica


Signore, pietà
Oppure:
Kýrie, eléison
 
Cristo, pietà
Oppure:
Christe, eléison
  
Signore, pietà
Oppure:

Kýrie, eléison
 
prega per noi
  
prega per noi
pregate per noi
 
prega per noi
prega per noi
 
pregate per noi
prega per noi
prega per noi
pregate per noi
 
prega per noi
pregate per noi
  
prega per noi
prega per noi
prega per noi
pregate per noi
prega per noi
pregate per noi
 
prega per noi
prega per noi
prega per noi
prega per noi
prega per noi
pregate per noi
prega per noi
prega per noi
prega per noi
prega per noi
prega per noi
prega per noi
prega per noi
pregate per noi
 
salvaci, Signore
salvaci, Signore
salvaci, Signore
salvaci, Signore
    
salvaci, Signore
salvaci, Signore
salvaci, Signore
 
ascoltaci, Signore
  
  
ascoltaci, Signore
  
Gesù,
Figlio del Dio vivente,
ascolta
la nostra supplica 

 

BENEDIZIONE DELL’ACQUA

215.
Quindi il celebrante, rivolto verso il fonte, dice questa preghiera di benedizione:

O Dio, per mezzo dei segni sacramentali,
tu operi con invisibile potenza
le meraviglie della salvezza;
e in molti modi, attraverso i tempi,
hai preparato l'acqua, tua creatura,
ad essere segno del Battesimo.

Fin dalle origini il tuo Spirito si librava sulle acque
perché contenessero in germe
la forza di santificare;
e anche nel diluvio hai prefigurato il Battesimo,
perché, oggi come allora,
l'acqua segnasse la fine del peccato
e l'inizio della vita nuova.

Tu hai liberato dalla schiavitù i figli di Abramo,
facendoli passare illesi attraverso il Mar Rosso,
perché fossero immagine
del futuro popolo dei battezzati.


Infine, nella pienezza dei tempi,
il tuo Figlio, battezzato da Giovanni
nell'acqua del Giordano,
fu consacrato dallo Spirito Santo;
innalzato sulla croce,
egli versò dal suo fianco sangue e acqua,
e dopo la sua risurrezione comandò ai discepoli:
«Andate, annunziate il Vangelo a tutti i popoli,
e battezzateli nel nome del Padre
e del Figlio e dello Spirito Santo».

Ora, Padre,
guarda con amore la tua Chiesa
e fa' scaturire per lei la sorgente del Battesimo.
Infondi in quest'acqua,
per opera dello Spirito Santo,
la grazia del tuo unico Figlio,
perché con il sacramento del Battesimo
l'uomo, fatto a tua immagine,
sia lavato dalla macchia del peccato,
e dall'acqua e dallo Spirito Santo
rinasca come nuova creatura.


Il celebrante tocca l'acqua con la mano destra e prosegue:

Discenda, Padre, in quest'acqua,
per opera del tuo Figlio,
la potenza dello Spirito Santo,
perché tutti coloro
che in essa riceveranno il Battesimo,
sepolti insieme con Cristo nella morte,
con lui risorgano alla vita immortale.
Per Cristo nostro Signore.


R. Amen.

Altre formule a scelta al n. 382.

216. Nel Tempo di Pasqua, se si usa l'acqua battesimale benedetta nella Veglia pasquale, perché non manchi al Battesimo il tema dell'azione di grazie e della supplica, si fa la benedizione e l'invocazione di Dio sull'acqua con le formule che si trovano al n. 382, con attenzione alle variazioni del testo alla fine delle stesse formule.


RINUNZIA

217.
Terminata la benedizione del fonte, il celebrante interroga contemporaneamente tutti gli eletti con una delle seguenti formule:

1.
Rinunziate a satana e a tutte le sue opere e seduzioni?

Eletti:
Rinunzio.

2.
R
inunziate a satana?

Eletti:
Rinunzio.

E a tutte le sue opere?

Eletti:
Rinunzio.

E a tutte le sue seduzioni?

Eletti:
Rinunzio

3.
Rinunziate al peccato,
per vivere nella libertà dei figli di Dio?

Eletti:
Rinunzio

Rinunziate alle seduzioni del male,
per non lasciarvi dominare dal peccato?


Eletti:
Rinunzio.

Rinunziate a satana,
origine e causa di ogni peccato?

Eletti:
Rinunzio.

Secondo l'opportunità, il celebrante, appreso dai padrini (o dalle madrine) il nome dei battezzandi, li interroga individualmente, scegliendo a piacere una delle tre formule sopraddette. Inoltre queste tre formule, se è il caso, possono avere un migliore adattamento dalle Conferenze Episcopali, specialmente dove è necessario che, gli eletti rinunzino alle superstizioni, alle arti degli indovini e alle arti magiche (cfr sopra al n. 80).


UNZIONE CON L’OLIO DEI CATECUMENI

218.
Se l'unzione con l'Olio dei catecumeni non è stata fatta prima fra i riti immediatamente preparatori (nn. 206-207), il celebrante dice:

Vi ungo con l'olio, segno di salvezza:
vi fortifichi con la sua potenza Cristo Salvatore,
che vive e regna nei secoli dei secoli.

Eletti:
Amen.

Ciascun eletto riceve l'unzione con l'Olio dei catecumeni sul petto o su ambedue le mani o anche, se si ritiene opportuno, su altre parti del corpo. Se gli eletti sono molto numerosi, l'unzione può esser fatta da più ministri.
Questa unzione si può anche tralasciare a giudizio della Conferenza Episcopale.


PROFESSIONE DI FEDE

219.
Il celebrante, informato di nuovo dal padrino (o dalla madrina) sul nome di ciascun battezzando, interroga ciascuno:

N.
, credi in Dio, Padre onnipotente,
creatore del cielo e della terra?


Eletto:
Credo.

Credi in Gesù Cristo,
suo unico Figlio, nostro Signore,
che nacque da Maria vergine,
morì e fu sepolto,
è risuscitato dai morti
e siede alla destra del Padre?

Eletto:
Credo.

Credi nello Spirito Santo,
la santa Chiesa cattolica,
la comunione dei santi,
la remissione dei peccati,
la risurrezione della carne e la vita eterna?


Eletto:
Credo.

Subito dopo la professione di fede ognuno riceve il Battesimo per immersione o per infusione. Quando i battezzandi sono molto numerosi, la professione di fede può esser fatta contemporaneamente da tutti o da più battezzandi insieme.


BATTESIMO

220.
Se il Battesimo si fa per immersione o di tutto il corpo o soltanto del capo, si ponga attenzione a rispettare le esigenze della pudicizia e del dovuto decoro.

Il celebrante, toccando l'eletto, immergendo tre volte il suo corpo o il suo capo e sollevandolo altrettante volte, lo battezza, invocando una sola volta la Santissima Trinità:

N., io ti battezzo nel nome del Padre
prima immersione

e del Figlio
seconda immersione

e dello Spirito Santo.
terza immersione.

Il padrino o la madrina, oppure ambedue, toccano il battezzando.
Dopo il Battesimo di ciascun adulto il popolo fa una breve acclamazione (cfr n. 383).

221.
Se il Battesimo si fa per infusione, il celebrante attinge l'acqua battesimale dal fonte e, versandola per tre volte sul capo inchinato dell'eletto, lo battezza nel nome della Santissima Trinità:

N., io ti battezzo nel nome del Padre
prima infusione

e del Figlio
seconda infusione

e dello Spirito Santo.
terza infusione.

Il padrino o la madrina, o ambedue, tengono la mano destra sopra la spalla destra dell'eletto.

Dopo il Battesimo di ciascun adulto il popolo fa una breve acclamazione (cfr n. 383).

222. Quando gli eletti sono molto numerosi, se sono presenti altri sacerdoti o diaconi, i battezzandi si possono assegnare ai vari ministri che fanno l'immersione o l'infusione, usando la formula al singolare. Mentre si celebra il rito, è molto opportuno che il popolo canti. Si possono anche fare delle letture o osservare un sacro silenzio.


RITI ESPLICATIVI

223.
Subito dopo il Battesimo si compiono i riti esplicativi (nn. 224-226 ). Quindi abitualmente, si celebra la Confermazione, come più avanti (nn. 227-231) e in questo caso si tralascia l'unzione dopo il Battesimo.
_____________________________________________________

Unzione dopo il battesimo

224.
Se la celebrazione della Confermazione, per un motivo particolare, è separata dal Battesimo, dopo l'immersione o l'infusione dell'acqua, il celebrante fa l'unzione col Crisma nel modo consueto, dicendo contemporaneamente su tutti i battezzati:

Dio onnipotente,
Padre del nostro Signore Gesù Cristo,
vi ha fatto rinascere dall'acqua
e dallo Spirito Santo
e vi ha dato il perdono di tutti i peccati
unendovi al suo popolo;
egli stesso vi consacra con il crisma di salvezza,
perché inseriti in Cristo,
sacerdote, re e profeta,
siate sempre membra del suo corpo
per la vita eterna.

Battezzati: Amen.

Quindi il celebrante, senza dire nulla, fa l'unzione con il sacro Crisma sul capo di ogni battezzato.
Se i battezzati sono molto numerosi e sono presenti altri sacerdoti o diaconi, ognuno di loro può fare l'unzione su alcuni battezzati.
_____________________________________________________

Consegna della veste bianca

225.
Il celebrante dice:

N. e N., siete diventati nuova creatura e siete rivestiti di Cristo.
Ricevete perciò la veste bianca e portatela senza macchia fino al tribunale del nostro Signore Gesù Cristo, per avere la vita eterna.

Battezzati: Amen.

Alle parole a «Ricevete perciò la veste bianca», i padrini o le madrine impongono ai neofiti una veste bianca, se le consuetudini locali non consigliano un colore più adatto.
Secondo l'opportunità, questo rito si può anche tralasciare.


Consegna del cero acceso

226.
Il celebrante prende o tocca il cero pasquale, dicendo:

Avvicinatevi, padrini e madrine, per consegnare ai neofiti il simbolo della luce.

I padrini e le madrine si avvicinano, accendono dal cero pasquale una candela e la consegnano al neofito. Poi il celebrante dice:

Siete diventati luce in Cristo.
Camminate sempre come figli della luce
perché perseverando nella fede,
possiate andare incontro al Signore che viene,
con tutti i santi, nel regno dei cieli.


Battezzati: Amen.

 

CELEBRAZIONE
DELLA CONFERMAZIONE


227.
Fra la celebrazione del Battesimo e quella della Confermazione, secondo l'opportunità, la comunità esegue un canto adatto.

La celebrazione della Confermazione si può fare o nel presbiterio o nello stesso battistero, come suggeriscono le circostanze locali.

228. Se il Battesimo è stato conferito dal Vescovo, è opportuno che sia lo stesso Vescovo ad amministrare anche la Confermazione. In assenza del Vescovo, la Confermazione può essere amministrata dal sacerdote che ha conferito il Battesimo.

Quando i confermandi sono molto numerosi, al ministro della Confermazione si possono associare, nell'amministrazione del sacramento, sacerdoti idonei a questo ministero (cfr n. 46).

229. Il celebrante si rivolge brevemente ai neofiti con queste parole o con altre simili:

Carissimi neòfiti, che nel Battesimo siete rinati alla vita di figli di Dio e siete diventati membra del Cristo e del suo popolo sacerdotale, vi resta ora di ricevere il dono dello Spirito Santo, che nel giorno di Pentecoste fu inviato dal Signore sopra gli Apostoli e che dagli Apostoli e dai loro successori è stato comunicato ai battezzati.
Anche voi, dunque, riceverete, secondo la promessa, la forza dello Spirito Santo perché, resi più perfettamente conformi a Cristo, possiate dare testimonianza della passione e della risurrezione del Signore e diventare membri attivi della Chiesa per l'edificazione del corpo di Cristo nella fede e nella carità.


Poi il celebrante (avendo presso di sé i sacerdoti associati), in piedi, a mani giunte e rivolto al popolo, dice:

Fratelli carissimi, preghiamo Dio onnipotente
perché effonda su questi neofiti lo Spirito Santo,
che li confermi con la ricchezza dei suoi doni,
e con l'unzione crismale
li renda pienamente conformi a Cristo,
suo unico Figlio.


E tutti pregano per qualche tempo in silenzio.

230. Quindi il celebrante (e con lui i sacerdoti che lo aiutano) impone le mani su tutti i confermandi. Solo il celebrante dice però la seguente orazione:

Dio onnipotente,
Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che hai rigenerato questi tuoi figli
dall'acqua e dallo Spirito Santo
liberandoli dal peccato,
infondi in loro il tuo santo Spirito Paràclito:
spirito di sapienza e di intelletto,
spirito di consiglio e di fortezza,
spirito di scienza e di pietà,
e riempili dello spirito del tuo santo timore.
Per Cristo nostro Signore.


Tutti:
Amen.

231. Allora un ministro presenta al celebrante il sacro Crisma. Ciascuno dei confermandi si avvicina al celebrante; oppure, secondo l'opportunità, il celebrante stesso si avvicina a ciascun confermando.
Il padrino (o la madrina) pone la destra sulla sua spalla e dice al celebrante il suo nome o il confermando dichiara egli stesso il proprio nome.

Il celebrante intinge nel Crisma l'estremità del pollice della mano destra e traccia col pollice stesso un segno di croce sulla fronte del confermando, dicendo:

N., ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti è dato in dono.

Confermato:
Amen.

Il celebrane aggiunge:
La pace sia con te.

Confermato:
E con il tuo spirito.

Se altri sacerdoti sono associati al celebrante nel conferimento del sacramento, il Vescovo, se è presente, consegna a ciascuno i vasetti del sacro Crisma. I confermandi si avvicinano al celebrante o ai sacerdoti; oppure, secondo l'opportunità, il celebrante e i sacerdoti si avvicinano ai confermandi che ricevono l'unzione nel modo sopra descritto.
Durante l'unzione si può eseguire un canto adatto.

 

CELEBRAZIONE DELL’EUCARISTIA
 

232. Omesso il Credo, si fa subito la preghiera dei fedeli alla quale i neofiti partecipano per la prima volta.
Quindi alcuni di essi aiutano a portare le offerte all'altare.

233. Nella Preghiera eucaristica I si fa menzione dei neofiti in Accetta con benevolenza, o Signore (Hanc igitur) e dei padrini in Ricordati, o Signore, dei tuoi fedeli (Memento) . Se si usa la Preghiera eucaristica II o III o IV, si inseriscano le preghiere per i neofiti.
Queste varianti si trovano nel Messale Romano alla Messa «Per il Battesimo».

234. È bene che i neofiti ricevano la santa comunione sotto le due specie, insieme con i loro padrini, con le madrine, con i genitori e con i coniugi e con i catechisti laici.
Prima della comunione cioè prima di Beati gli invitati alla cena del Signore il celebrante può ricordare brevemente ai neofiti l'importanza di così grande mistero che è il culmine dell'iniziazione e il centro di tutta la vita cristiana.


 

TEMPO DELLA MISTAGOGÌA



235. Perché i primi passi dei neofiti siano più sicuri, è desiderabile che in tutte le circostanze siano aiutati premurosamente e amichevolmente dalla comunità dei fedeli, dai loro padrini e dai pastori. Ci si occupi con impegno per facilitare ad essi un pieno e sereno inserimento nella comunità.

236. Durante tutto il Tempo di Pasqua, nelle Messe domenicali, si riservino ai neofiti posti particolari tra i fedeli. Tutti i neofiti si impegnino a partecipare alle messe con i loro padrini. Nell'omelia e, secondo l'opportunità, anche nella preghiera dei fedeli si faccia riferimento ad essi.

237. Per chiudere il tempo della mistagogìa, alla fine del Tempo di Pasqua, intorno alla domenica di Pentecoste, si tenga qualche celebrazione, anche con solennità esterna secondo le consuetudini della regione.

238. È desiderabile che nell'anniversario del Battesimo i neofiti si ritrovino insieme per ringraziare Dio, per comunicarsi le esperienze spirituali e per acquistare nuove energie per il loro cammino.

239. Per stabilire un rapporto pastorale con i nuovi membri della sua Chiesa, il Vescovo, specialmente se non ha potuto presiedere di persona ai sacramenti dell'iniziazione, faccia in modo di incontrarsi con i neofiti almeno una volta all'anno per quanto possibile, e di presiedere alla celebrazione dell'Eucaristia nella quale è lecita la comunione sotto le due specie.