| 
		 
		
		 Secondo 
		grado 
		  
		
		
		
		       
		Rito 
		dell'elezione o dell'iscrizione del nome  
		     Tempo 
		e riti della purificazione e dell'illuminazione  
		          
		
		 I. 
		Gli scrutini 
		               Primo scrutinio 
		               Secondo scrutinio 
		               Terzo scrutinio  
		          
		
		 II. 
		Le consegne 
		               Consegna del Simbolo 
		               Consegna della Preghiera del Signore  
		          
		
		 III. 
		Riti immediatamente preparatori 
		               Riconsegna del Simbolo 
		               
		Rito dell' «Effatà» 
		               Scelta del nome cristiano 
		               
		Unzione con l'olio dei catecumeni 
		
		
		
		
		 
		  
		
		
		
		
		 
		
		
		
		RITO DELL’ELEZIONE 
		O DELL’ISCRIZIONE DEL NOME 
		 
		 
		133. 
		All’inizio della Quaresima, che è il tempo della 
		preparazione prossima dell’iniziazione sacramentale, si celebra 
		l’«elezione» o «iscrizione del nome». Con questo rito la Chiesa, udita 
		la testimonianza dei padrini e dei catechisti e dopo la conferma della 
		loro volontà da parte dei catecumeni, giudica sulla loro preparazione e 
		decide sulla loro ammissione ai sacramenti pasquali. 
		 
		134. 
		Con la celebrazione dell’ «elezione» si conclude 
		il catecumenato, lunga preparazione della mente e del cuore. Perché uno 
		possa essere ascritto fra gli «eletti», si richiede in lui una fede 
		illuminata e una ferma volontà di ricevere i sacramenti della Chiesa. 
		Dopo l'elezione, il candidato sarà sollecitato a seguire Cristo con 
		maggiore generosità. 
		 
		135. 
		Per la Chiesa l’elezione è come il momento centrale della sua materna 
		sollecitudine verso i catecumeni. Il Vescovo, i sacerdoti, i diaconi, i 
		catechisti, i padrini e tutta la comunità locale, ciascuno secondo il 
		grado e il compito che gli spetta, dopo un serio esame, si pronunzino 
		sulla preparazione e sul profitto dei catecumeni. Infine accompagnino 
		con la preghiera gli eletti perché tutta la Chiesa li conduca con sé 
		incontro al Cristo. 
		 
		136. 
		È questa la prima volta che i padrini, scelti in 
		precedenza dai catecumeni con il consenso del sacerdote, e, per quanto è 
		possibile, accettati dalla comunità locale, esercitano pubblicamente il 
		loro ministero: sono nominati all’inizio del rito e si presentano con i 
		catecumeni (n. 143), rendono loro testimonianza davanti alla comunità 
		(n. 144), e, secondo l’opportunità, iscrivono anche essi il loro nome 
		(n. 146). 
		 
		137. 
		Per regolarità è necessario che, prima del rito liturgico, si deliberi 
		sull’idoneità dei candidati da parte di tutti gli interessati, cioè 
		prima di tutto da parte di quanti sono preposti alla loro formazione, 
		sacerdoti, diaconi e catechisti e inoltre da parte dei padrini e dei 
		delegati della comunità locale e anche, se è il caso, con la 
		partecipazione del gruppo dei catecumeni. Questa deliberazione, secondo 
		le condizioni locali e le esigenze pastorali, potrà assumere varie 
		forme. L’accettazione poi sarà resa nota dal celebrante durante il rito 
		liturgico. 
		 
		138. 
		E’ compito del celebrante, cioè del Vescovo o di 
		chi ne fa le veci, remota o prossima che sia stata la sua partecipazione 
		alla deliberazione precedentemente presa, spiegare o nell’omelia o nel 
		corso del rito l’indole religiosa ed ecclesiale dell’«elezione». Spetta 
		dunque a lui in primo luogo dichiarare davanti ai presenti il giudizio 
		della Chiesa e ascoltare, secondo l’opportunità, il loro parere, quindi 
		chiedere ai catecumeni la personale manifestazione della loro volontà, 
		infine, agendo in nome di Cristo e della Chiesa, convalidare 
		l’ammissione degli «eletti». Dovrà inoltre spiegare a tutti il divino 
		mistero che è contenuto nella vocazione da parte della Chiesa e nella 
		sua celebrazione liturgica; ammonire i fedeli a prepararsi alle 
		solennità pasquali insieme con gli eletti, ai quali devono essere di 
		esempio. 
		 
		139. 
		Poiché i sacramenti dell’iniziazione si celebrano 
		nelle solennità pasquali e la loro preparazione è connessa con il 
		carattere proprio della Quaresima, il rito dell’elezione si compia 
		abitualmente nella prima domenica di Quaresima e il tempo dell’ultima 
		preparazione degli aspiranti ai sacramenti coincida col tempo 
		quaresimale, il cui corso, tanto per la struttura liturgica quanto per 
		la partecipazione della comunità, sarà di grande giovamento agli eletti. 
		Tuttavia, per urgenti motivi pastorali (specialmente nelle sedi 
		succursali dei luoghi di missione), è lecito celebrare il rito nella 
		settimana precedente o seguente. 
		 
		140. Il rito si svolge in 
		chiesa o, se necessario, in un luogo conveniente e adatto. Si celebri 
		durante la Messa della prima domenica di Quaresima, dopo l'omelia.
		 
		 
		141. Se il rito si celebra 
		fuori di questa domenica, si inizia con la liturgia della parola. In 
		questo caso, se le letture del giorno non sono adatte al rito, si 
		scelgano le letture fra quelle assegnate alla prima domenica di 
		Quaresima (n. 385) 
		o altre adatte. Si può sempre celebrare la Messa rituale propria (n.
		374). Se non 
		si celebra l'Eucaristia, il rito si conclude con il congedo di tutti i 
		fedeli insieme coi catecumeni.
		 
		 
		142. L'omelia, adatta alle 
		circostanze, faccia riferimento non solo ai catecumeni, ma anche a tutta 
		la comunità dei fedeli, in modo che questi, impegnandosi a dare il buon 
		esempio, intraprendano insieme con gli eletti il cammino del mistero 
		pasquale. 
		 
		 
		PRESENTAZIONE DEI CANDIDATI
		
		 
		
		
		 
		143. Terminata l'omelia, il sacerdote 
		responsabile dell'iniziazione dei catecumeni o un diacono o un 
		catechista o un delegato della comunità presenta coloro che devono 
		essere eletti con queste parole o con altre simili:
		 
		 
		Reverendo padre, nella prossima ricorrenza delle solennità pasquali, 
		i catecumeni qui presenti, confidando nella grazia divina e sostenuti 
		dalle preghiere e dall'esempio di questa comunità, chiedono umilmente di 
		essere ammessi, dopo la dovuta preparazione e la celebrazione degli 
		scrutini, ai sacramenti del Battesimo, della Confermazione e 
		dell'Eucaristia. 
		 
		Il 
		celebrante risponde: 
		
		
		Si facciano avanti i candidati, 
		insieme con i loro padrini [madrine]. 
		 
		Ciascuno dei catecumeni è chiamato per nome e si avvicina con il padrino 
		(madrina) fermandosi davanti al celebrante. 
		 
		
		
		
		Se i catecumeni sono molto numerosi, si faccia una presentazione 
		collettiva, ad esempio da parte dei singoli catechisti interessati; 
		conviene però che i catechisti stessi organizzino in precedenza una 
		celebrazione a sé stante e facciano in essa l'appello dei rispettivi 
		candidati, prima di condurli alla celebrazione comune. 
		 
		144.
		Il 
		celebrante, se non ha partecipato alla deliberazione precedente (cfr n. 
		137), 
		si rivolge agli astanti con queste parole o con altre simili: 
		
		
		
		La santa Chiesa di Dio desidera ora assicurarsi se questi 
		catecumeni sono idonei a entrare nel gruppo degli eletti per celebrare 
		le prossime solennità pasquali. 
		 
		Rivolto poi a padrini: 
		Chiedo perciò a voi, padrini 
		[e 
		madrine], 
		di dare la vostra testimonianza: 
		 
		Hanno ascoltato fedelmente la parola di Dio annunziata dalla Chiesa? 
		 
		Padrini: 
		Si. 
		 
		Celebrante: 
		
		
		
		Hanno cominciato a camminare davanti a Dio, mettendo in pratica 
		la parola che hanno ascoltato? 
		
		
		
		 
		Padrini: 
		Si. 
		 
		Celebrante: 
		
		
		
		Sono stati in fraterna comunione con voi e hanno partecipato con 
		voi alla preghiera? 
		 
		Padrini: 
		Si. 
		 
		Poi, se ritenuto opportuno, il celebrante domanda l'approvazione a tutta 
		l'assemblea. 
		 
		_____________________________________________________
		 
		 
		145.
		Il 
		celebrante, che ha partecipato alla precedente deliberazione sulla 
		idoneità dei candidati (cfr n. 137), 
		se lo desidera, può rivolgere a tutti queste parole o altre simili: 
		 
		
		
		
		Fratelli carissimi, questi catecumeni hanno chiesto di essere 
		ammessi ai sacramenti della Chiesa nelle prossime feste pasquali. 
		 
		Coloro che li conoscono, hanno giudicato sincero il loro desiderio e 
		attestano che essi hanno ascoltato con assiduità la parola di Cristo, si 
		sono sforzati di vivere secondo i suoi comandamenti, sono stati costanti 
		nella comunione fraterna e nella preghiera. 
		 
		Ora rendo noto a tutta l'assemblea che la comunità ha deciso di 
		ammetterli ai sacramenti. 
		 
		Nell'informarvi di questa decisione, mi rivolgo ai padrini e chiedo loro 
		di ripetere davanti a voi il loro parere. 
		 
		 
		Rivolto poi ai padrini: 
		 
		Ritenete davanti a Dio questi candidati degni di essere ammessi ai 
		sacramenti dell'iniziazione cristiana? 
		 
		Padrini: 
		Si, li giudichiamo degni. 
		 
		 
		Poi, se ritenuto opportuno, il celebrante domanda l'approvazione a tutta 
		la comunità. 
		_____________________________________________________
		 
		 
		 
		INTERROGAZIONE DEI CANDIDATI E PETIZIONE 
		 
		146.
		Il 
		celebrante, rivolto ai catecumeni, li ammonisce e li interroga con 
		queste parole o con altre simili: 
		 
		
		
		
		Ora mi rivolgo a voi, cari catecumeni: i vostri padrini e 
		catechisti 
		 
		
		[e 
		tutta la comunità] 
		hanno reso buona testimonianza su di voi. 
		 
		Fiduciosa nel loro giudizio, la Chiesa in nome di Cristo vi invita ai 
		sacramenti pasquali. 
		 
		Ora dunque tocca a voi, che già da tempo avete udito la voce di Cristo, 
		rispondere davanti alla Chiesa, manifestando la vostra intenzione. 
		 
		Volete essere ammessi ai sacramenti di Cristo, al Battesimo, alla 
		Confermazione e all'Eucaristia? 
		 
		Catecumeni: 
		Si, lo vogliamo. 
		 
		Celebrante: 
		
		
		
		Dite allora il vostro nome. 
		 
		I 
		candidati, o avvicinandosi al celebrante con i loro padrini o restando 
		al loro posto, dichiarano il loro nome; l'iscrizione del nome si può 
		fare in vari modi. Il nome o è segnato dallo stesso candidato, o 
		pronunciato a chiara voce, è segnato dal padrino o dal sacerdote. Se i 
		candidati sono molto numerosi, si può portare al sacerdote l'elenco dei 
		nomi, con queste parole o con altre simili: 
		 
		Questi sono i nomi degli aspiranti ai sacramenti. 
		 
		Mentre si segnano i nomi, si può eseguire un canto adatto, ad esempio il 
		salmo 15. 
		 
		 
		
		AMMISSIONE O ELEZIONE
		 
		 
		147.
		Terminata l'iscrizione dei nomi, il celebrante, dopo aver spiegato 
		brevemente ai presenti il significato del rito compiuto, si rivolge ai 
		candidati con queste parole o con altre simili: 
		 
		N. e
		N., 
		siete stati prescelti per essere iniziati ai santi misteri nella 
		prossima Veglia pasquale. 
		 
		Catecumeni: 
		Rendiamo grazie a Dio. 
		 
		Continua: 
		Ora è vostro dovere, come anche di noi tutti, offrire con l'aiuto 
		divino, la vostra fedeltà a Dio, che è fedele alla sua chiamata, e 
		impegnarvi a percorrere con animo generoso il cammino verso il 
		compimento della vostra elezione. 
		 
		Quindi, il celebrante si rivolge ai padrini con queste parole o con 
		altre simili: 
		 
		
		
		
		Vi raccomandiamo nel Signore questi catecumeni 
		sui quali avete reso testimonianza: 
		assisteteli col vostro fraterno aiuto 
		e incoraggiateli con l'esempio, 
		finché giungano ai sacramenti della vita divina. 
		 
		E 
		li invita a porre la mano sulla spalla dei rispettivi candidati o a 
		compiere un altro gesto che abbia lo stesso significato. 
		 
		 
		PREGHIERA PER GLI ELETTI 
		 
		148.
		La 
		comunità prega con queste parole o con altre simili. 
		 
		Celebrante: 
		 
		
		
		
		Fratelli carissimi, nell'attesa di celebrare i misteri della 
		nostra salvezza, la passione e la risurrezione del Signore, iniziamo 
		oggi il nostro itinerario quaresimale. 
		 
		Questi eletti che conduciamo con noi verso i sacramenti pasquali, 
		attendono l'esempio del nostro rinnovamento. 
		 
		Preghiamo dunque il Signore per loro e per noi perché questo reciproco 
		impegno di conversione ci renda degni delle grazie pasquali. 
		 
		Lettore: 
		Per i catecumeni 
		perché, memori del giorno della loro elezione, 
		conservino un animo grato per la benedizione 
		che hanno ricevuto, preghiamo. 
		 
		R.
		Ascoltaci, Signore. 
		 
		Lettore: 
		Perché 
		traggano profitto da questo tempo di grazia, 
		sostengano le fatiche della rinunzia 
		e compiano insieme con noi 
		le opere della santificazione, preghiamo. 
		 
		R.
		Ascoltaci, Signore. 
		 
		Lettore: 
		Per i catechisti, perché sappiano far gustare 
		la dolcezza della parola di Dio, preghiamo. 
		 
		R.
		Ascoltaci, Signore. 
		 
		Lettore: 
		Per i padrini, 
		perché sappiano mostrare ai catecumeni 
		come ispirarsi sempre al Vangelo 
		nella vita privata e nelle relazioni sociali, 
		preghiamo. 
		 
		R.
		Ascoltaci, Signore. 
		 
		Lettore: 
		Per le famiglie di questi eletti, 
		perché li favoriscano e li aiutino a rispondere 
		con generosità all'azione dello Spirito Santo, 
		preghiamo. 
		 
		R.
		Ascoltaci, Signore. 
		 
		Lettore: 
		Per la nostra comunità, 
		perché in questo tempo quaresimale 
		sia esemplare nella carità e 
		perseverante nella preghiera, preghiamo. 
		 
		R.
		Ascoltaci, Signore. 
		 
		Lettore: 
		Per tutti coloro 
		che ancora sono angustiati dal dubbio, 
		perché aderendo con fede a Cristo, 
		possano giungere alla fraterna comunione con noi, 
		preghiamo. 
		 
		R.
		Ascoltaci, Signore. 
		 
		Alle sopraddette intenzioni si aggiunga quella per le necessità della 
		Chiesa e di tutto il mondo, se poi, dopo il congedo dei catecumeni, si 
		omette nella Messa la preghiera universale o dei fedeli (cfr n. 
		151 
		). 
		 
		Altra forma di preghiera per gli eletti a scelta al n.375
		. 
		 
		 
		149.
		Il 
		celebrante, stendendo le mani sopra gli eletti, conclude la preghiera 
		con la seguente orazione: 
		 
		
		
		
		O Dio, che nella tua onnipotenza 
		hai creato l'uomo 
		e nella tua misericordia l'hai redento, 
		guarda con bontà ai tuoi figli di adozione 
		e accogli questi eletti 
		nel popolo della nuova alleanza, 
		perché, diventati figli della tua promessa, 
		ottengano per grazia 
		ciò che non hanno potuto ottenere con le loro forze. 
		Per Cristo nostro Signore. 
		 
		
		
		
		
		R.
		Amen. 
		 
		Oppure: 
		  
		
		
		
		Padre onnipotente, 
		che vuoi rinnovare tutto in Cristo 
		e attirare a lui tutti gli uomini, 
		degnati di guidare questi eletti della tua Chiesa 
		e fa' che, fedeli alla vocazione ricevuta, 
		entrino a far parte del regno del 
		tuo Figlio 
		e ricevano il sigillo dello Spirito Santo. 
		Per Cristo nostro Signore. 
		 
		
		
		
		
		R.
		Amen. 
		 
		 
		CONGEDO DEGLI ELETTI 
		 
		150.
		Il 
		celebrante congeda poi gli eletti con questa monizione o con un'altra 
		simile: 
		 
		
		
		
		Carissimi eletti: avete iniziato insieme con noi l'itinerario 
		quaresimale; Cristo sarà per voi via, verità e vita, specialmente coi 
		prossimi scrutini, nei quali tornerete a riunirvi con noi. 
		Ora andate in pace. 
		 
		Eletti: Amen. 
		 
		Gli 
		eletti escono. Se, per giusti motivi, non possono uscire (cfr n. 
		19, § 3) 
		ma devono rimanere con i fedeli, si badi bene che, se sono presenti 
		all'Eucaristia, essi non vi partecipino come i battezzati. 
		 
		Se 
		non si celebra l'Eucaristia, si aggiunga, secondo l'opportunità, un 
		canto adatto e si congedino i fedeli insieme con gli eletti. 
		 
		 
		CELEBRAZIONE DELL’EUCARISTIA 
		 
		151.
		Dopo che gli eletti sono usciti, si celebra l'Eucaristia. Subito inizia 
		la preghiera universale o dei fedeli con le intenzioni per le necessità 
		della Chiesa e di tutto il mondo. Poi, se è il caso, si recita il Credo 
		e si fa la preparazione dei doni. Tuttavia, per ragioni pastorali, si 
		possono omettere la preghiera dei fedeli e il Credo. 
		 
		 
		 
		    
		
		
		TEMPO E RITI 
		DELLA PURIFICAZIONE 
		E DELL’ILLUMINAZIONE 
		
		 
		 
		
		
		
		152. In questo tempo, che abitualmente coincide con la 
		Quaresima e comincia con l’«elezione», i catecumeni, insieme con la 
		comunità locale, si impegnano nel rinnovamento spirituale per prepararsi 
		alle feste pasquali e all'iniziazione ai sacramenti. A questo fine si 
		celebrano gli scrutini, le consegne e i riti immediatamente preparatori. 
		 
		
		
		
		153. Gli scrutini e le consegne si fanno nella 
		Quaresima che precede i sacramenti dell'iniziazione. Con questi riti si 
		completa la preparazione spirituale e catechistica degli eletti o 
		«aspiranti» che si protrae per tutto il tempo della Quaresima. 
		 
		   
		
		
		I. GLI SCRUTINI 
		
		
		
		 
		
		
		
		154. 
		Gli scrutini, che si concludono con gli esorcismi, hanno una grande 
		importanza nella formazione spirituale. Tendono infatti a purificare la 
		mente e il cuore, a fortificare contro le tentazioni, a rettificare le 
		intenzioni e a stimolare la volontà verso una più intima adesione a 
		Cristo e verso un sempre più fermo impegno nell'amore di Dio da parte 
		dei catecumeni.   
		
		
		
		
		 
		155. Si richiede agli aspiranti la volontà di acquistare un 
		profondo senso del Cristo e della Chiesa e specialmente ci si attende da 
		loro un progresso nella sincera conoscenza di sé, in una seria revisione 
		spirituale e nella vera penitenza. 
		 
		156. Con il rito dell'esorcismo, celebrato dai sacerdoti o 
		dai diaconi, gli eletti, istruiti dalla Madre Chiesa sul mistero della 
		liberazione dal peccato per merito di Cristo, sono liberati dalle 
		conseguenze del peccato e dall'influsso diabolico, sono rinvigoriti nel 
		loro cammino spirituale e aprono il cuore ai doni del Salvatore. 
		 
		157. Per suscitare il desiderio della purificazione e della 
		redenzione di Cristo, si tengono tre scrutini; il loro scopo è di 
		illuminare a poco a poco i catecumeni sul mistero del peccato, da cui 
		l'universo intero e ogni uomo desiderano di esser redenti per liberarsi 
		dalle sue conseguenze nel presente e nel futuro, e anche di rendere 
		familiare agli animi il senso del Cristo Redentore, che è acqua viva 
		(cfr il Vangelo della samaritana), luce (cfr il Vangelo del cieco nato), 
		risurrezione e vita (cfr il Vangelo della risurrezione di Lazzaro). Dal 
		primo all'ultimo scrutinio ci deve essere un progresso nella conoscenza 
		del peccato e nel desiderio della salvezza. 
		 
		158. Gli scrutini sono celebrati dal sacerdote o dal diacono 
		che presiede la comunità, perché dalla liturgia degli scrutini anche i 
		fedeli ricavino profitto e nelle orazioni intercedano per gli eletti. 
		 
		159. Gli scrutini si svolgono nelle Messe degli scrutini che 
		si celebrano nelle domeniche III, IV e V di Quaresima; si scelgano le 
		letture del ciclo «A» con i loro canti, come sono assegnate nel 
		Lezionario domenicale e festivo. Se, per ragioni pastorali, non si 
		possono tenere in queste domeniche, si scelgano altre domeniche di 
		Quaresima o anche giorni feriali particolarmente adatti. Tuttavia la 
		prima Messa degli scrutini sia sempre la Messa della samaritana, la 
		seconda del cieco nato, la terza di Lazzaro (nn. 386-389). 
		   
		   
		
		PRIMO SCRUTINIO 
		 
		
		
		
		 
		160. Il 
		primo scrutinio si celebra nella III domenica di Quaresima, usando le 
		formule che si trovano nel Messale (Messa rituale «Per gli scrutini 
		battesimali») e nel Lezionario domenicale e festivo, ciclo A (cfr nn.
		386-387). 
		 
		 
		 
		
		
		OMELIA 
		 
		161.
		Nell'omelia il celebrante, soffermandosi sulle letture della sacra 
		Scrittura, spiega le ragioni del primo scrutinio, tenendo presenti sia 
		la liturgia quaresimale come anche l'itinerario spirituale degli eletti. 
		 
		 
		
		
		
		
		PREGHIERA IN SILENZIO 
		 
		162.
		Dopo l'omelia, gli eletti insieme con i padrini e con le madrine si 
		dispongono davanti al celebrante. Questi, rivolgendosi anzitutto ai 
		fedeli, li invita a pregare in silenzio per gli eletti per chiedere in 
		loro lo spirito di penitenza, il senso del peccato e la vera libertà dei 
		figli di Dio. 
		 
		Poi, rivolgendosi ai catecumeni, invita anche loro a pregare in silenzio 
		e li esorta a esprimere anche esteriormente il senso della penitenza o 
		inchinandosi o inginocchiandosi. Infine conclude con queste parole o con 
		altre simili: 
		 
		
		
		
		Eletti 
		di Dio, 
		inchinatevi
		[oppure:
		
		
		
		inginocchiatevi ]
		e pregate. 
		 
		Gli 
		eletti si inchinano o si inginocchiano. Tutti pregano per qualche tempo 
		in silenzio. Poi, secondo l'opportunità, tutti si alzano. 
		 
		 
		
		
		
		
		PREGHIERA PER GLI ELETTI 
		 
		163.
		Mentre si fa la preghiera per gli eletti, i padrini e le madrine tengono 
		la destra sulla spalla di ciascun eletto. 
		 
		Celebrante: 
		
		
		
		Preghiamo 
		per questi eletti, che la Chiesa ha scelto con fiducia e dopo il lungo 
		cammino già percorso, perché, compiuta la loro preparazione, nelle 
		solennità pasquali si incontrino con Cristo nei suoi sacramenti. 
		 
		Lettore: 
		Perché meditino nel loro cuore 
		la parola di Dio 
		e la gustino sempre più 
		di giorno in giorno, preghiamo. 
		 
		R.
		Ascoltaci, Signore. 
		 
		Lettore: 
		Perché conoscano Cristo, 
		che è venuto a salvare 
		ciò che era perduto, preghiamo. 
		 
		R.
		Ascoltaci, Signore. 
		 
		Lettore: 
		Perché con umiltà di cuore 
		si riconoscano peccatori, preghiamo. 
		 
		R.
		Ascoltaci, Signore. 
		 
		Lettore: 
		Perché con sincera decisione 
		rifiutino ciò che nella loro condotta 
		è dispiaciuto a Cristo 
		e si oppone alla sua legge di amore, preghiamo. 
		 
		R.
		Ascoltaci, Signore. 
		 
		Lettore: 
		Perché lo Spirito Santo, 
		che scruta i cuori di tutti, 
		sostenga con la sua forza la loro debolezza, 
		preghiamo. 
		 
		R.
		Ascoltaci, Signore. 
		 
		Lettore: 
		Perché imparino dallo Spirito Santo 
		la legge d'amore di Dio 
		e possano piacere a lui, preghiamo. 
		 
		R.
		Ascoltaci, Signore. 
		 
		Lettore: 
		Perché le famiglie degli eletti 
		ripongano in Cristo la loro speranza 
		e possano trovare in lui la santità e la pace, 
		preghiamo. 
		 
		R.
		Ascoltaci, Signore. 
		 
		Lettore: 
		Perché anche noi, 
		in preparazione alle feste pasquali, 
		purifichiamo le nostre menti, solleviamo i nostri cuori 
		e compiamo le opere della carità, preghiamo. 
		 
		R.
		Ascoltaci, Signore. 
		 
		Lettore: 
		Perché in tutto il mondo 
		si rafforzi ciò che è infermo, 
		si risollevi ciò che è abbattuto, 
		ciò che è perduto si ritrovi 
		e a tutte le creature si estenda la redenzione, 
		preghiamo. 
		 
		R.
		Ascoltaci, Signore. 
		 
		La 
		monizione del celebrante e le intenzioni della preghiera si possono 
		adattare alle varie circostanze. Inoltre si aggiunga l'intenzione 
		consueta per le necessità della Chiesa e di tutto il mondo se, dopo il 
		congedo dei catecumeni, nella celebrazione dell'Eucaristia si tralascia 
		la preghiera universale o dei fedeli (cfr n. 
		166). 
		 
		Altra forma di preghiera per gli eletti a scelta al n. 
		376. 
		 
		 
		
		
		
		
		ESORCISMO 
		 
		164.
		Dopo la preghiera per gli eletti, il celebrante, rivolgendosi verso gli 
		eletti stessi, dice a mani giunte: 
		 
		
		
		
		O 
		Dio, 
		che hai mandato il tuo Figlio come salvatore, 
		fa' che questi nostri catecumeni, 
		ansiosi di ricevere l'acqua viva 
		come la samaritana del Vangelo, 
		siano trasformati dalla tua parola 
		e riconoscano i loro peccati 
		e le loro infermità. 
		Non permettere 
		che una vana fiducia in se stessi li illuda 
		né li inganni l'insidia del maligno, 
		ma liberali dallo spirito di falsità, 
		perché riconoscano i loro errori 
		e purificati interiormente 
		possano entrare nella via della salvezza. 
		Per Cristo nostro Signore. 
		
		
		
		 
		Tutti: 
		Amen. 
		 
		Quindi, se ciò si può fare con facilità, il celebrante in silenzio 
		impone la mano su ciascun eletto. 
		Poi, stendendo le mani sopra gli eletti, il celebrante continua: 
		 
		
		
		
		Signore 
		Gesù, 
		tu sei la fonte a cui questi eletti giungono assetati, 
		tu sei il maestro che essi cercano. 
		Davanti a te, che solo sei il santo, 
		non osano dirsi senza colpa. 
		A te aprono con fiducia il loro cuore, 
		confessano i loro peccati, 
		scoprono le piaghe nascoste del loro spirito. 
		Nella tua bontà liberali da tutti i mali, 
		guariscili nella loro malattia, 
		estingui la loro sete, 
		dona loro la tua pace. 
		Per la forza del tuo nome, 
		che invochiamo fiduciosi, 
		vieni a salvarli, o Signore. 
		Comanda allo spirito maligno 
		che hai sconfitto con la tua risurrezione. 
		Mostra a questi tuoi eletti 
		la via da percorrere nello Spirito Santo, 
		perché camminando verso il Padre, 
		lo adorino nella verità. 
		Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. 
		
		
		
		 
		Tutti: 
		Amen. 
		 
		Altra forma di esorcismo a scelta al n. 
		379. 
		 
		Secondo l'opportunità, si esegue un canto adatto, scelto ad esempio fra 
		i salmi 6, 25, 31, 37, 38, 39, 50, 114, 129, 138, 141. 
		 
		 
		
		
		
		
		CONGEDO DEGLI ELETTI 
		 
		165. 
		Infine il celebrante congeda gli eletti, dicendo: 
		 
		
		Andate 
		in pace e tornate per il prossimo scrutinio. 
		Il Signore sia sempre con voi. 
		 
		Eletti:
		Amen. 
		 
		Gli 
		eletti escono. Se per giusti motivi non possono uscire, si faccia come 
		nel rito dell'ammissione al catecumenato, n. 
		96. 
		 
		Se non si celebra l'Eucaristia, si aggiunge secondo l'opportunità un 
		canto adatto e i fedeli vengono congedati insieme con gli eletti. 
		 
		 
		
		CELEBRAZIONE DELL’EUCARISTIA 
		
		
		
		
		
		
		 
		166.
		Dopo che gli eletti sono usciti si celebra l'Eucaristia. Subito inizia 
		la preghiera universale o dei fedeli con le intenzioni per le necessità 
		della Chiesa e di tutto il mondo. Poi si dice il Credo e si fa la 
		preparazione dei doni; tuttavia, per ragioni pastorali, si possono 
		tralasciare la preghiera dei fedeli e il Credo. Nella preghiera 
		eucaristica si faccia menzione degli eletti e dei padrini (vedi Messale 
		Romano: Messa «Per gli scrutini battesimali»). 
		 
		  
		
		 
		
		SECONDO SCRUTINIO 
		
		 
		
		
		167. Il 
		secondo scrutinio si celebra nella IV domenica di Quaresima, usando le 
		formule che si trovano nel Messale (Messa rituale «Per gli scrutini 
		battesimali») e nel Lezionario domenicale e festivo, ciclo A (cfr nn. 386 e 388). 
		 
		 
		
		
		
		
		OMELIA 
		 
		168.
		Nell'omelia il celebrante, soffermandosi sulle letture della sacra 
		Scrittura, spiega le ragioni del secondo scrutinio, tenendo presenti sia 
		la liturgia quaresimale come anche l'itinerario spirituale degli eletti. 
		 
		 
		
		
		
		PREGHIERA IN SILENZIO 
		 
		169.
		Dopo l'omelia, gli eletti insieme con i padrini e con le madrine si 
		dispongono davanti al celebrante. Questi, rivolgendosi anzitutto ai 
		fedeli, li invita a pregare in silenzio per gli eletti per chiedere in 
		loro lo spirito di penitenza, il senso del peccato e la vera libertà dei 
		figli di Dio. 
		Poi, rivolgendosi ai catecumeni, invita anche loro a pregare in silenzio 
		e li esorta a esprimere, anche esteriormente, il senso della penitenza o 
		inchinandosi o inginocchiandosi. Infine conclude con queste parole o con 
		altre simili: 
		 
		
		
		
		Eletti 
		di Dio, 
		inchinatevi
		[oppure: inginocchiatevi]
		e pregate. 
		 
		Allora gli eletti si inchinano o si inginocchiano. Tutti pregano per 
		qualche tempo in silenzio. Quindi, secondo l'opportunità, tutti si 
		alzano. 
		 
		 
		
		
		
		PREGHIERA PER GLI ELETTI 
		 
		170.
		Mentre si fa la preghiera per gli eletti, i padrini e le madrine pongono 
		la mano destra sulla spalla di ciascun eletto. 
		 
		Celebrante: 
		
		
		
		Preghiamo 
		per questi eletti, che Dio ha chiamato perché vivano uniti a lui nella 
		santità e rendano buona testimonianza alle parole di vita eterna. 
		 
		Lettore: 
		Perché, confidando nella verità di Cristo 
		Signore, 
		ottengano e sempre conservino 
		la libertà dello spirito e del cuore, preghiamo. 
		 
		R.
		Ascoltaci, Signore. 
		 
		Lettore: 
		Perché meditando la sapienza della croce, 
		possano gloriarsi in Dio 
		che confonde la sapienza di questo mondo, 
		preghiamo. 
		 
		R. Ascoltaci, Signore. 
		 
		Lettore: 
		Perché, ottenuta la liberazione dal peccato 
		in virtù dello Spirito Santo, 
		si volgano dal timore alla fiducia, 
		preghiamo. 
		 
		R.
		Ascoltaci, Signore. 
		 
		Lettore: 
		Perché, rinnovati profondamente nello spirito, 
		ricerchino sempre ciò che è giusto e santo, 
		preghiamo. 
		 
		R.
		Ascoltaci, Signore. 
		 
		Lettore: 
		Perché tutti coloro che soffrono persecuzione 
		per il nome di Cristo 
		ottengano da lui il sostegno nelle loro prove, 
		preghiamo. 
		 
		R.
		Ascoltaci, Signore. 
		 
		Lettore: 
		Perché le famiglie e i popoli 
		che sono impediti di abbracciare la fede cristiana 
		ottengano la libertà di credere al Vangelo, 
		preghiamo. 
		 
		R.
		Ascoltaci, Signore. 
		 
		Lettore: 
		Perché tutti noi, 
		messi alla prova dell'esperienza del mondo, 
		restiamo sempre fedeli allo spirito del Vangelo, 
		preghiamo. 
		 
		R.
		Ascoltaci, Signore. 
		 
		Lettore: 
		Perché tutto il mondo, amato dal Padre, 
		possa giungere nella Chiesa alla piena 
		e spirituale libertà, 
		preghiamo. 
		 
		R.
		Ascoltaci, Signore. 
		 
		La 
		monizione del celebrante e le intenzioni della preghiera si possono 
		adattare alle varie circostanze. Inoltre si aggiunga l'intenzione 
		consueta per le necessità della Chiesa e di tutto il mondo, se, dopo il 
		congedo degli eletti, nella celebrazione della Eucaristia è tralasciata 
		la preghiera universale o dei fedeli (cfr n. 173). 
		Altra forma di preghiera per gli eletti a scelta al n. 378. 
		 
		 
		
		
		
		
		ESORCISMO 
		 
		171.
		Dopo la preghiera per gli eletti il celebrante, rivolgendosi verso gli 
		eletti stessi, dice a mani giunte: 
		 
		
		Preghiamo. 
		 
		
		
		
		
		Padre 
		di bontà, 
		che hai concesso al cieco nato 
		di credere in Cristo tuo Figlio 
		e di entrare a far parte del tuo regno, 
		fa' che questi tuoi eletti 
		siano liberati dalle menzogne 
		da cui sono insidiati e accecati, 
		e fa' che, radicati saldamente nella fede, 
		diventino figli della luce 
		e siano sempre luminosi di santità e di grazia. 
		Per Cristo nostro Signore. 
		 
		Tutti: 
		Amen. 
		 
		Quindi, se ciò si può fare con facilità, il celebrante in silenzio 
		impone le mani su ciascun eletto. 
		 
		Poi, stendendo le mani sopra gli eletti, il celebrante continua: 
		 
		
		
		
		Signore 
		Gesù, 
		luce vera che illumini ogni uomo, 
		libera per mezzo del tuo Spirito di verità 
		tutti coloro che sono oppressi 
		sotto il giogo del padre della menzogna, 
		e suscita in coloro che hai eletto ai tuoi sacramenti 
		il desiderio di aderire a te, 
		perché, nella gioia della tua luce, 
		come il cieco del Vangelo che riebbe la vista, 
		divengano fermi e sicuri testimoni della fede. 
		Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. 
		 
		Tutti: 
		Amen. 
		 
		Altra forma di esorcismo a scelta al n. 
		379. 
		 
		Secondo l'opportunità, si esegue un canto adatto, scelto, ad esempio fra 
		i salmi 6, 25, 31, 37, 38, 39, 50, 114, 129, 138, 141. 
		 
		 
		
		
		
		
		CONGEDO DEGLI ELETTI 
		 
		172.
		Infine il celebrante congeda gli eletti, dicendo: 
		 
		
		
		Andate 
		in pace e tornate per il prossimo scrutinio. 
		Il Signore sia sempre con voi. 
		 
		Eletti: 
		Amen. 
		 
		Gli 
		eletti escono. Se però, per giusti motivi, non possono uscire, si faccia 
		come nel rito dell'ammissione al catecumenato, n. 96. Se non si celebra 
		l'Eucaristia, si aggiunge secondo l'opportunità, un canto adatto, e i 
		fedeli vengono congedati insieme con gli eletti. 
		 
		 
		
		
		
		
		CELEBRAZIONE DELL’EUCARISTIA 
		 
		173.
		Dopo che gli eletti sono usciti, si celebra l'Eucaristia. Subito inizia 
		la preghiera universale o dei fedeli con le intenzioni per le necessità 
		della Chiesa e di tutto il mondo. Poi si dice il Credo e si fa la 
		preparazione dei doni; tuttavia, per ragioni pastorali, si possono 
		tralasciare la preghiera universale o dei fedeli e il Credo. Nella 
		preghiera eucaristica si faccia menzione degli eletti e dei padrini 
		(vedi Messale Romano: Messa «Per gli scrutini quaresimali»). 
		 
		   
		
		
		TERZO SCRUTINIO 
		
		 
		174. 
		Il terzo scrutinio si celebra nella V domenica di Quaresima, usando le 
		formule che si trovano nel Messale (Messa rituale «Per gli scrutini 
		battesimali») e nel Lezionario domenicale e festivo, ciclo A (cfr anche 
		più avanti ai nn. 386 e 389). 
		 
		 
		
		
		OMELIA 
		 
		175.
		Nell'omelia il celebrante, soffermandosi sulle letture della sacra 
		Scrittura, spiega le ragioni del terzo scrutinio, tenendo presenti sia 
		la liturgia quaresimale come anche l'itinerario spirituale degli eletti. 
		 
		 
		
		
		
		PREGHIERA IN SILENZIO 
		 
		176.
		Dopo l'omelia, gli eletti insieme con i padrini e con le madrine si 
		dispongono davanti al celebrante. Questi, rivolgendosi anzitutto ai 
		fedeli, li invita a pregare in silenzio per gli eletti per chiedere per 
		loro lo spirito di penitenza, il senso del mistero del peccato e della 
		morte e la speranza dei figli di Dio nella vita eterna. Poi, 
		rivolgendosi ai catecumeni, invita anche loro a pregare in silenzio e li 
		esorta a esprimere anche esteriormente il senso della penitenza o 
		inchinandosi o inginocchiandosi. Infine conclude con queste parole o con 
		altre simili: 
		 
		
		
		
		Eletti 
		di Dio, 
		inchinatevi
		[oppure: inginocchiatevi]
		e pregate. 
		 
		Allora gli eletti si inchinano o si inginocchiano. Tutti pregano per 
		qualche tempo in silenzio. Poi, secondo l'opportunità, tutti si alzano. 
		 
		 
		
		
		
		
		PREGHIERA PER GLI ELETTI 
		 
		177.
		Mentre si fa la preghiera per gli eletti, i padrini e le madrine pongono 
		la mano destra sulla spalla di ciascun eletto. 
		 
		Celebrante: 
		
		
		
		Preghiamo 
		per questi eletti che Dio ha scelto perché, resi conformi alla morte e 
		alla risurrezione del Cristo, possano superare con la grazia dei 
		sacramenti le conseguenze del peccato che ha portato nel mondo la morte. 
		 
		Lettore: 
		Perché la loro fede li renda più forti 
		contro tutti gli inganni del mondo, 
		preghiamo. 
		 
		R.
		Ascoltaci, Signore. 
		 
		Lettore: 
		Perché siano riconoscenti al Signore 
		che li ha tolti dall'ignoranza 
		riguardo alla speranza eterna 
		e li ha fatti incamminare 
		per la via della salvezza 
		preghiamo. 
		 
		R. Ascoltaci, Signore. 
		 
		Lettore: 
		Perché, sull'esempio e per l'intercessione 
		dei catecumeni che versarono il sangue per Cristo, 
		siano sollevati alla speranza della vita eterna, 
		preghiamo. 
		 
		R.
		Ascoltaci, Signore. 
		 
		Lettore: 
		Perché tutti aborriscano il peccato 
		che distrugge la vita, preghiamo. 
		 
		R.
		Ascoltaci, Signore. 
		 
		Lettore: 
		Perché coloro che sono afflitti 
		per la morte dei loro cari 
		trovino in Cristo la consolazione e la pace, 
		preghiamo. 
		 
		R. Ascoltaci, Signore. 
		 
		Lettore: 
		Perché anche noi 
		al ritorno delle solennità pasquali 
		siamo confermati nella speranza 
		di risorgere con Cristo, preghiamo. 
		 
		R.
		Ascoltaci, Signore. 
		 
		Lettore: 
		Perché il mondo intero, 
		creato dall'amore di Dio, 
		sia rinnovato dalla crescita della fede e della carità, 
		preghiamo. 
		 
		R.
		Ascoltaci, Signore. 
		 
		La 
		monizione del celebrante e le intenzioni della preghiera si possono 
		adattare alle varie circostanze. Inoltre si aggiunga l'intenzione 
		consueta per le necessità della Chiesa e di tutto il mondo se, dopo il 
		congedo dei catecumeni, nella celebrazione dell'Eucaristia si tralascia 
		la preghiera. universale o dei fedeli (cfr n. 180). 
		 
		Altra forma di preghiera per gli eletti, a scelta al n. 
		380. 
		 
		 
		
		
		
		
		ESORCISMO 
		
		 
		178. 
		Dopo la preghiera per gli eletti, il celebrante, rivolgendosi verso gli 
		eletti stessi, dice a mani giunte: 
		 
		
		Preghiamo. 
		 
		
		
		O Dio, Padre della vita eterna, 
		tu sei il Dio non dei morti, ma dei vivi 
		e hai inviato il Figlio tuo messaggero della vita, 
		perché strappasse gli uomini 
		al regno della morte 
		e li conducesse alla risurrezione. 
		Libera questi eletti 
		dal potere dello spirito maligno, 
		perché possano ricevere 
		la nuova vita del Cristo risorto 
		e le rendano testimonianza con le opere. 
		Egli vive e regna nei secoli dei secoli. 
		  
		
		
		Tutti: 
		Amen. 
		 
		Quindi, se ciò si può fare con facilità, il celebrante in silenzio 
		impone la mano su ciascun eletto. 
		 
		Poi, stendendo le mani sopra gli eletti, il celebrante continua: 
		 
		
		Signore 
		Gesù, 
		che, risuscitando Lazzaro da morte, 
		hai rivelato d'esser venuto 
		perché gli uomini avessero la vita e 
		l'avessero in abbondanza, 
		libera dalla morte questi eletti, 
		che cercano la vita nei tuoi sacramenti, 
		allontana da loro lo spirito del male 
		e, per mezzo del tuo Spirito datore di vita, 
		comunica loro la fede, la speranza e la carità, 
		perché vivano sempre uniti a te 
		e abbiano parte alla gloria della tua risurrezione. 
		Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. 
		 
		Tutti: 
		Amen. 
		 
		Altra forma di esorcismo a scelta al n. 381. 
		 
		Secondo l'opportunità, si esegue un canto adatto scelto ad esempio fra i 
		salmi 6, 25, 31, 37, 38, 39, 50, 114, 129, 138, 141. 
		 
		 
		
		
		
		
		CONGEDO DEGLI ELETTI 
		 
		179.
		Infine il celebrante congeda gli eletti, dicendo: 
		 
		
		
		
		Andate 
		in pace e il Signore sia sempre con voi. 
		 
		Eletti: 
		Amen. 
		 
		Gli 
		eletti escono. Se però per giusti motivi non possono uscire, si faccia 
		come nel rito per l'ammissione al catecumenato, n. 96. 
		Se non si celebra l'Eucaristia, si aggiunge, secondo l'opportunità, un 
		canto adatto e i fedeli vengono congedati insieme con gli eletti. 
		 
		 
		
		
		
		
		CELEBRAZIONE DELL’EUCARISTIA 
		 
		180.
		Dopo che gli eletti sono usciti, si celebra l'Eucaristia. Subito inizia 
		la preghiera universale o dei fedeli con le intenzioni per le necessità 
		della Chiesa e di tutto il mondo. Poi si recita il Credo e si fa la 
		preparazione dei doni; tuttavia, per ragioni pastorali, si possono 
		tralasciare la preghiera universale o dei fedeli e il Credo. Nella 
		preghiera eucaristica si faccia menzione degli eletti e dei padrini 
		(vedi Messale Romano: Messa «Per gli scrutini battesimali»). 
		 
		  
		
		 
		
		
		II. LE CONSEGNE
		
		
		 
		181. Se 
		ancora non sono state fatte (cfr nn.125-126), 
		dopo gli scrutini si devono celebrare le «consegne» (traditiones) con le 
		quali, compiuta o iniziata da tempo conveniente l'istruzione dei 
		catecumeni, la Chiesa amorevolmente affida loro i documenti che fin 
		dall'antichità sono ritenuti il compendio della sua fede e della sua 
		preghiera. 
		 
		182. È auspicabile che il rito si tenga davanti alla comunità dei 
		fedeli dopo la liturgia della parola di una Messa feriale, con letture 
		adatte alle «consegne». 
		 
		  
		
		
		CONSEGNA DEL SIMBOLO
		
		
		
		 
		183. La 
		prima «traditio» è la «consegna del Simbolo» che gli eletti impareranno 
		a memoria e poi dovranno riconsegnare pubblicamente (cfr nn.194-199
		), 
		prima di fare, nel giorno del Battesimo, la loro professione di fede 
		secondo il Simbolo stesso. 
		 
		184. La 
		consegna del Simbolo si farà entro la settimana successiva al primo 
		scrutinio. Secondo l'opportunità, si può fare anche nel tempo del 
		catecumenato (cfr nn. 
		125-126). 
		 
		 
		 
		
		
		LETTURE E OMELIA 
		 
		185. In 
		luogo delle letture che sono assegnate alla feria, si leggeranno le 
		pericopi adatte come indicato al n.390. 
		 
		Segue l'omelia nella quale il celebrante, soffermandosi sul testo sacro, 
		spiega il significato e l'importanza del Simbolo sia rispetto alla 
		catechesi trasmessa sia rispetto alla professione di fede da farsi nel 
		Battesimo e da mantenersi per tutta la vita. 
		 
		 
		
		
		
		
		CONSEGNA DEL SIMBOLO 
		 
		186.
		Dopo l'omelia il diacono dice: 
		 
		Si avvicinino gli eletti per ricevere dalla Chiesa il Simbolo della 
		fede. 
		 
		Quindi il celebrante si rivolge loro con queste parole o con altre 
		simili: 
		 
		
		
		
		Carissimi: 
		ascoltate le parole della fede per mezzo della quale riceverete la nuova 
		vita in Dio. Sono poche parole, ma contengono grandi misteri. 
		Accoglietele e conservatele con cuore sincero. 
		
		
		
		 
		Poi 
		il celebrante dà inizio alla recita del Simbolo, dicendo: 
		 
		
		
		
		Io 
		credo in Dio Padre onnipotente, 
		
		
		
		 
		e 
		prosegue solo o insieme con la comunità dei fedeli: 
		 
		creatore del cielo e della terra; 
		e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, 
		il quale fu concepito di Spirito Santo, 
		nacque da Maria vergine, 
		patì sotto Ponzio Pilato, 
		fu crocifisso, morì e fu sepolto; 
		 
		discese agli inferi 
		il terzo giorno risuscitò da morte; 
		 
		salì al cielo, 
		siede alla destra di Dio Padre onnipotente; 
		di là ha da venire a giudicare i vivi e i morti. 
		 
		Credo nello Spirito Santo, 
		la santa Chiesa cattolica, 
		la comunione dei Santi, 
		la remissione dei peccati, 
		la risurrezione della carne, 
		la vita eterna. 
		Amen. 
		_____________________________________________________ 
		 
		Secondo l'opportunità, si può usare anche il Simbolo 
		Niceno-Costantinopolitano: 
		 
		
		
		
		Credo 
		in un solo Dio, Padre onnipotente, 
		creatore del cielo e della terra, 
		di tutte le cose visibili e invisibili. 
		Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, 
		unigenito Figlio di Dio, 
		nato dal Padre prima di tutti i secoli: 
		Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, 
		generato, non creato, 
		della stessa sostanza del Padre; 
		per mezzo di lui tutte le cose sono state create. 
		Per noi uomini e per la nostra salvezza 
		discese dal cielo, 
		e per opera dello Spirito Santo 
		si è incarnato nel seno della Vergine Maria 
		e si è fatto uomo. 
		Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, 
		morì e fu sepolto. 
		Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, 
		è salito al cielo, siede alla destra del Padre. 
		E di nuovo verrà, nella gloria, 
		per giudicare i vivi e i morti, 
		e il suo regno non avrà fine. 
		Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, 
		e procede dal Padre e dal Figlio. 
		Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, 
		e ha parlato per mezzo dei profeti. 
		Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. 
		Professo un solo battesimo 
		per il perdono dei peccati. 
		Aspetto la risurrezione dei morti 
		e la vita del mondo che verrà. 
		 
		Amen. 
		
		_____________________________________________________ 
		 
		 
		
		
		ORAZIONE SOPRA GLI ELETTI 
		 
		187. Il 
		celebrante invita i fedeli a pregare con queste parole o con altre 
		simili: 
		 
		
		
		Preghiamo per i nostri eletti: 
		il Signore, Dio nostro, 
		illumini i loro cuori 
		e apra loro la porta della sua misericordia, 
		perché mediante l'acqua del Battesimo 
		ricevano il perdono di tutti i peccati 
		e siano incorporati in Cristo Gesù, 
		nostro Signore. 
		
		
		 
		Tutti pregano in silenzio. 
		 
		Quindi il celebrante, stendendo la mani sopra gli eletti, dice: 
		 
		
		O 
		Signore, 
		sorgente di luce e di verità, 
		ci rivolgiamo alla tua eterna 
		e giustissima misericordia, 
		per questi tuoi servi  
		
		N. 
		e 
		N., 
		rendili puri e santi; 
		concedi loro il dono di una scienza vera, 
		di una ferma speranza 
		e di una dottrina santa, 
		perché siano degni 
		di ricevere la grazia del Battesimo. 
		Per Cristo nostro Signore. 
		
		
		
		 
		Tutti: 
		
		Amen. 
		 
		     
		
		
		CONSEGNA DELLA PREGHIERA DEL SIGNORE
		
		 
		
		
		
		 
		
		188.
		Agli eletti viene consegnata anche la «Preghiera del Signore» (Padre 
		nostro) che fin dall'antichità è propria di coloro che con il Battesimo 
		hanno ricevuto lo spirito di adozione a figli e che i neofiti 
		reciteranno insieme con gli altri battezzati nella prima celebrazione 
		dell'Eucaristia a cui parteciperanno. 
		 
		189. La 
		consegna della Preghiera del Signore si fa nella settimana successiva al 
		terzo scrutinio. Secondo l'opportunità, si può celebrare anche entro il 
		tempo del catecumenato (cfr nn. 125-126). Se necessario, si può anche 
		rinviare e fare con i riti immediatamente preparatori (cfr nn. 193 
		ss.). 
		 
		 
		
		
		
		LETTURE E CANTI 
		 
		190. In 
		luogo delle letture che sono assegnate alla feria, si leggeranno le 
		pericopi adatte come indicato al n. 
		391. 
		 
		 
		VANGELO 
		 
		191. Il 
		diacono dice: 
		 
		Si avvicinino gli eletti che devono ricevere la 
		Preghiera del Signore. 
		 
		Allora il celebrante si rivolge agli eletti con queste parole o con 
		altre simili: 
		 
		
		
		
		Ascoltate 
		come il Signore insegnò a pregare ai suoi discepoli. 
		 
		 
		
		
		X 
		Dal vangelo secondo Matteo 
		     6, 
		9-13 
		 
		In 
		quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli 
		«Voi pregate così: 
		Padre nostro che sei nei cieli 
		sia santificato il tuo nome; 
		venga il tuo regno; 
		sia fatta la tua volontà, 
		come in cielo così in terra. 
		Dacci oggi il nostro pane quotidiano, 
		e rimetti a noi i nostri debiti 
		come noi li rimettiamo ai nostri debitori, 
		e non ci indurre in tentazione, 
		ma liberaci dal male ». 
		 
		Segue l'omelia nella quale il celebrante spiega il significato e 
		l'importanza della Preghiera del Signore. 
		 
		 
		
		
		
		
		ORAZIONE SOPRA GLI ELETTI 
		 
		192. 
		Quindi il celebrante invita i fedeli a pregare con queste parole o con 
		altre simili: 
		 
		
		Preghiamo 
		per i nostri eletti: 
		 il Signore, Dio nostro, 
		illumini i loro cuori 
		e apra loro la porta della sua misericordia, 
		perché mediante l'acqua del Battesimo 
		ricevano il perdono di tutti i peccati 
		e siano incorporati in Cristo Gesù, 
		nostro Signore. 
		 
		Tutti pregano in silenzio. 
		 
		Il celebrante, stendendo le mani sopra gli eletti, dice: 
		 
		
		
		
		
		Dio
		
		onnipotente ed eterno, 
		che rendi la tua Chiesa 
		sempre feconda di nuovi figli, 
		aumenta nei nostri eletti 
		l'intelligenza della fede, 
		perché, nati a vita nuova nel fonte battesimale, 
		siano accolti fra i tuoi figli di adozione. 
		Per Cristo nostro Signore. 
		 
		R.  Amen.
		
		 
		
		
		 
  
		
		
		III.    RITI IMMEDIATAMENTE 
		PREPARATORI 
		
		 
		193. Se 
		gli eletti possono riunirsi il Sabato Santo per prepararsi nella 
		meditazione e nella preghiera a ricevere i sacramenti, si propongono i 
		riti seguenti, che si possono usare o tutti o in parte, secondo 
		l'opportunità. 
		 
		  
		
		
		RICONSEGNA DEL SIMBOLO 
		
		
		
		 
		194. Con 
		questo rito gli eletti sono preparati alla professione battesimale della 
		fede e sono istruiti sul dovere di annunziare la parola del Vangelo. 
		 
		195. Se, 
		per necessità, non si è potuto consegnare il Simbolo, la riconsegna 
		(redditio) non avrà luogo. 
		 
		 
		 
		
		
		LETTURE OMELIE 
		 
		196.
		All'inizio si esegue un canto adatto. Quindi si legge una delle pericopi 
		indicate al n. 
		392 o 
		un'altra adatta. 
		Quindi si tiene una breve omelia. 
		 
		197. Se 
		insieme si tiene il rito dell'«Effatà», la celebrazione comincia da 
		quanto indicato più avanti, ai nn. 
		200-202. 
		 
		 
		
		
		
		
		PREGHIERA 
		 
		198. 
		Con le mani tese davanti al petto, il celebrante recita questa 
		preghiera: 
		 
		Preghiamo. 
		 
		
		Concedi, 
		Signore, che questi eletti, 
		che hanno conosciuto il tuo disegno di amore 
		e i misteri della vita del tuo Cristo, 
		li professino con la bocca 
		e li custodiscano con la fede 
		e compiano sempre nelle opere la tua volontà. 
		Per Cristo nostro Signore. 
		 
		Tutti: 
		Amen. 
		 
		 
		
		
		
		
		RICONSEGNA DEL SIMBOLO 
		 
		199.
		Quindi gli eletti recitano il Simbolo: 
		 
		
		
		
		Io 
		credo in Dio Padre onnipotente, 
		creatore del cielo e della terra; 
		 
		e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, 
		il quale fu concepito di Spirito Santo, 
		nacque da Maria vergine, 
		patì sotto Ponzio Pilato, 
		fu crocifisso, morì e fu sepolto; 
		 
		discese agli inferi; 
		il terzo giorno risuscitò da morte; 
		 
		salì al cielo, 
		siede alla destra di Dio Padre onnipotente; 
		di là ha da venire a giudicare i vivi e i morti. 
		 
		Credo nello Spirito Santo, 
		la santa Chiesa cattolica, 
		la comunione dei Santi, 
		la remissione dei peccati, 
		la risurrezione della carne, 
		la vita eterna. 
		 
		Amen. 
		
		
		
		 
		Se 
		nella consegna del Simbolo si è usato il Simbolo 
		Niceno-Costantinopolitano, si usa lo stesso Simbolo anche nella 
		riconsegna (cfr n. 
		186). 
		 
		
		
		
		 
		
		  
		
		
		RITO DELL’« EFFATÀ » 
		
		 
		200. Con 
		questo rito, in forza del suo proprio simbolismo, si sottolinea la 
		necessità della grazia perché uno possa ascoltare la parola di Dio e 
		professarla per la propria salvezza. 
		 
		 
		
		
		
		LETTURA 
		 
		201.
		Dopo un canto adatto, si legge il passo di Mc 7, 31-37 
		(n. 393). 
		 
		  
		
		
		RITO DELL’« EFFATÀ » 
		
		 
		202.
		Quindi il celebrante, toccando col pollice l'orecchio destro e sinistro 
		dei singoli eletti e la loro bocca chiusa, dice: 
		 
		
		
		
		Effatà, 
		cioè: Apriti, 
		perché tu possa professare la tua fede 
		a lode e gloria di Dio. 
		 
		Se 
		gli eletti sono molto numerosi, la formula intera si adopera soltanto 
		per il primo; per gli altri si dica soltanto: 
		 
		Effatà, cioè: Apriti. 
		 
		  
		
		
		SCELTA DEL NOME CRISTIANO 
		
		 
		203. Si 
		può a questo punto assegnare il nuovo nome, se non è stato assegnato 
		prima a norma del n. 88. 
		Tale nome deve essere o cristiano o secondo la cultura propria della 
		regione, purché possa assumere un senso cristiano. Talvolta, se è il 
		caso e se gli eletti sono pochi, basterà spiegare all'eletto il 
		significato cristiano del nome già ricevuto dai genitori. 
		 
		 
		
		
		
		LETTURE 
		 
		204.
		Dopo un canto adatto, secondo l'opportunità, si fa una lettura come 
		indicato al n. 394, 
		o un'altra adatta, che il celebrante illustra brevemente. 
		 
		 
		
		
		
		
		SCELTA DEL NOME 
		 
		205. Il 
		celebrante interroga l'eletto sul nome che si è scelto. Poi, secondo 
		l'opportunità, (cfr n. 203), 
		dice: 
		 
		
		
		
		N.,
		d'ora in poi ti chiamerai N. 
		 
		Eletto: 
		Amen. 
		 
		o 
		un’altra espressione adatta 
		 
		Se 
		è il caso, il celebrante spiega il significato cristiano del nome già 
		ricevuto dai genitori. 
		 
		  
		
		
		UNZIONE CON L’OLIO DEI CATECUMENI 
		
		 
		206. Se, 
		a giudizio della Conferenza Episcopale viene mantenuta l'unzione con 
		l'Olio dei catecumeni, e per mancanza di tempo non si può celebrare 
		durante la Veglia pasquale, si può farla nella giornata del Sabato 
		Santo. Si può dare separatamente o insieme con la riconsegna del Simbolo 
		o prima come preparazione o dopo come conferma. 
		Per l'unzione si usi l'olio dei catecumeni benedetto dal Vescovo nella 
		Messa crismale. 
		 
		207. Se 
		non c'è l'olio già benedetto, per ragioni pastorali  
		
		 
		lo può benedire il sacerdote, dicendo la seguente orazione: 
		 
		
		
		O 
		Dio, sostegno e difesa del tuo popolo, 
		benedici quest'olio 
		X 
		
		
		del quale hai voluto fare 
		un segno della tua forza divina, 
		e ai catecumeni che ne riceveranno l'unzione 
		concedi forza e vigore; 
		illuminati dalla tua sapienza divina, 
		comprendano più profondamente 
		il Vangelo di Cristo; 
		sostenuti dalla tua potenza, 
		assumano con generosità 
		gli impegni della vita cristiana, 
		e, fatti degni dell'adozione a figli, 
		gustino la gioia di rinascere 
		e di vivere nella tua Chiesa. 
		Per Cristo nostro Signore. 
		
		 
		Tutti: 
		Amen. 
		_____________________________________________________ 
		 
		Il 
		celebrante, rivolto agli eletti, dice: 
		 
		
		
		
		
		Vi
		
		ungo con l'olio, segno di salvezza: 
		vi fortifichi con la sua potenza Cristo Salvatore, 
		che vive e regna nei secoli dei secoli. 
		
		 
		Eletti: 
		Amen. 
		 
		Ciascun eletto riceve l'unzione con l'Olio dei catecumeni sul petto o su 
		ambedue le mani o, se ritenuto opportuno, anche su altre parti del 
		corpo. Se gli eletti sono molto numerosi, l'unzione può esser fatta da 
		più ministri. 
  
		
		
		
		  
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