4 - IL VIATICO

  

128. Spetta al parroco e agli altri sacerdoti che si dedicano alla cura spirituale degli infermi provvedere che gli ammalati in pericolo di morte ricevano il sostegno e il conforto del sacro Viatico del Corpo e del Sangue di Cristo. Di qui l'impegno di una opportuna preparazione pastorale, tenuto conto delle circostanze e delle persone: dell'infermo, cioè, della sua famiglia, e di coloro che lo assistono.

129. Il Viatico si può conferire sia durante la Messa, se, a giudizio dell'Ordinario, si celebra l'Eucaristia in casa dell'infermo (n. 26), sia fuori della Messa secondo il rito e le norme seguenti.

130. Se un infermo non può ricevere la Comunione sotto la specie del pane, gli si può dare sotto la sola specie del vino.
In questo caso, se non si celebra la Messa in casa dell'infermo, dopo la celebrazione si conservi nel calice, debitamente coperto e riposto nel tabernacolo, una quantità sufficiente del Sangue del Signore; per portarlo all'infermo, si usi un recipiente adatto e ben chiuso, in modo da evitare qualsiasi pericolo di versamento. Nel dare poi il sacramento, caso per caso si scelga il modo più adatto tra quelli proposti per la distribuzione della Comunione sotto le due specie.
Se dopo la Comunione rimane ancora un po' del preziosissimo Sangue, lo consumi il ministro, prima di fare le debite abluzioni.

131. Tutti coloro che partecipano alla celebrazione, possono ricevere anch'essi la santa Comunione sotto le due specie.
 


 


1. IL VIATICO DURANTE LA MESSA
 

 
132. Quando si conferisce il Viatico durante la Messa, si può dire, in vesti liturgiche di color bianco, o la Messa per il conferimento del Viatico o la Messa della SS. Eucaristia. Se però ricorre una domenica di Avvento, di Quaresima, di Pasqua, o una solennità, o il mercoledì delle Ceneri o una feria della Settimana Santa, si dice la Messa del giorno, con la pos­sibilità di usare il formulario previsto per la benedizione finale e per la Indulgenza plenaria in articulo mortis.

Le letture si scelgono tra quelle indicate più oltre nel Lezionario, a meno che ragioni pastorali non suggeriscano un'altra scelta.

Dopo la lettura del Vangelo, o se si tiene, dopo l'omelia, l'infermo fa la Professione di fede (n. 157), quindi il sacerdote propone la Preghiera litanica (n. 158).
Alla Comunione il sacerdote comunica l'infermo usando della particolare formula per il Viatico (n. 161).
Prima della Benedizione finale può impartire l'indulgenza plenaria in articulo mortis con la formula: Per i santi misteri…, n. 155.

(Per il testo in esteso vedi nn. 133-147 e nn. 242-295 del Rituale grande).

 


2. IL VIATICO SENZA LA MESSA
 

 
148. Se l'infermo desidera confessarsi, il sacerdote ascolti possibilmente la confessione prima della celebrazione del Viatico.
Nel caso che solo durante la celebrazione sia possibile al sacerdote ascoltare la confessione sacramentale dell'infermo, l'ascolti all'inizio del rito. Quando durante il rito non si fa la confessione, o quando ci sono altri comunicandi, è bene inserire l'atto penitenziale.


RITI INIZIALI

149. Il sacerdote, entrando dal malato, rivolge a lui e a tutti i presenti un fraterno saluto. Lo può fare con queste parole o con altre simili:

Pace a questa casa e a quanti vi abitano.

Oppure:

La pace del Signore sia con voi.

150. Poi, deposto il Santissimo sulla mensa, lo adora insieme con i presenti. * Lo può fare con una delle seguenti antifone o con altre formule, osservando però sempre un breve silenzio.

O sacro convito, in cui Cristo è nostro cibo,
si perpetua il memoriale della sua Pasqua,
l'anima nostra è colmata di grazia,
e ci è dato il pegno della gloria futura.

Oppure:

Ecco il pane degli angeli,
pane dei pellegrini,
vero pane dei figli.

Buon pastore, vero pane,
o Gesù, pietà di noi:
nutrici e difendici,
Portaci ai beni eterni
nella terra dei viventi.

Tu che tutto sai e puoi,
che ci nutri sulla terra,
conduci i tuoi fratelli
alla tavola del cielo
nella gioia dei tuoi santi.

Oppure:

Adoriamo, o Cristo, il tuo corpo glorioso,
nato dalla Vergine Maria;
per noi hai voluto soffrire,
per noi ti sei offerto vittima sulla croce
e dal tuo fianco squarciato
hai versato l'acqua e il sangue del nostro riscatto.
Sii nostro conforto nell'ultimo passaggio
e accoglici benigno nella casa del Padre:
o Gesù dolce, o Gesù pio,
o Gesù, Figlio di Maria.


151. Quindi, secondo l'opportunità, asperge con l'acqua benedetta l'infermo e la stanza, dicendo la formula seguente:

Ravviva in noi, Signore,
nel segno di quest'acqua benedetta,
il ricordo del Battesimo
e la nostra adesione a Cristo Signore,
crocifisso e risorto per la nostra salvezza.

152. Quindi il sacerdote rivolge ai presenti questa monizione o un'altra simile, meglio adatta alle condizioni dell'infermo:

Fratelli carissimi, il Signore Gesù Cristo, prima di passare da questo mondo al Padre, ci ha lasciato il sacramento del suo Corpo e Sangue.
Nell'ora del nostro passaggio da questa vita a lui, noi riceviamo questo Sacramento come viatico per la vita eterna e pegno della risurrezione.
Uniti nell'amore di Cristo, preghiamo per il nostro fratello.

153. Se necessario, il sacerdote ascolta la CONFESSIONE SACRAMENTALE dell'infermo; in caso di necessità, e nell'impossibilità di un'altra soluzione, la confessione può essere generica.

154. Quando l'infermo non fa durante il rito la confessione sacramentale o quando vi sono altri che desiderano comunicarsi, il sacerdote invita l'infermo e i presenti a fare l'ATTO PENITENZIALE con queste parole o con altre simili:

Fratelli, riconosciamo i nostri peccati
e chiediamo il perdono del Signore
per esser degni di partecipare a questo santo rito.

Si fa una breve pausa di silenzio.
_____________________________________________________

1a formula.

Poi tutti insieme fanno la confessione:

Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli,
che ho molto peccato
in pensieri, parole, opere e omissioni,

e, battendosi il petto, dicono:

per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa.

E proseguono:

E supplico la beata sempre vergine Maria,
gli angeli, i santi e voi, fratelli,
di pregare per me il Signore Dio nostro.
_____________________________________________________

2a formula.

Poi il sacerdote dice:

V. Pietà di noi, Signore.
R. Contro di te abbiamo peccato.

V. Mostraci, Signore, la tua misericordia.
R. E donaci la tua salvezza.
_____________________________________________________

3a formula.

Poi il sacerdote o uno dei presenti dice le invocazioni seguenti o altre simili:

Signore, che nel tuo mistero pasquale
ci hai meritato la salvezza,
abbi pietà di noi.

R. Signore, pietà.        Oppure: Kýrie, eléison.

Cristo, che nelle nostre sofferenze
rinnovi sempre le meraviglie della tua beata passione,
abbi pietà di noi.

R. Cristo, pietà.           Oppure: Christe, eléison.

Signore, che con la comunione al tuo Corpo
ci rendi partecipi del tuo sacrificio redentore,
abbi pietà di noi.

R. Signore, pietà.        Oppure: Kýrie, eléison.
_____________________________________________________

Il sacerdote conclude:

Dio onnipotente abbia misericordia di noi,
perdoni i nostri peccati,
e ci conduca alla vita eterna.

R. Amen.


Indulgenza plenaria

155. Il sacramento della Penitenza o l'atto penitenziale si può concludere con l'indulgenza plenaria in articulo mortis. Il sacerdote la concede con questa formula:

In virtù della facoltà datami dalla Sede Apostolica,
io ti concedo l'indulgenza plenaria
e la remissione di tutti i peccati,
nel nome del Padre e del Figlio  X  e dello Spirito Santo.

R. Amen.

Oppure:

Per i santi misteri della nostra redenzione,
Dio onnipotente ti condoni ogni pena
della vita presente e futura,
ti apra le porte del paradiso
e ti conduca alla gioia eterna.

R. Amen.


LETTURA DELLA PAROLA DI DIO

156. È ottima cosa che uno dei presenti o il sacerdote stesso legga un breve passo della sacra Scrittura, come per esempio uno dei seguenti, che si può introdurre con queste parole o con altre simili:

Dice il Signore:

Gv 6,51
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.
Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno
e il pane che io darò è la mia carne
per la vita del mondo.

Oppure:

Gv 6,54-55
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue
ha la vita eterna
e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.
Perché la mia carne è vero cibo
e il mio sangue vera bevanda.

Oppure:

Gv 6,54-58
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue
ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.
Perché la mia carne è vero cibo
e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue
dimora in me e io in lui.
Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me
e io vivo per il Padre,
così anche colui che mangia di me vivrà per me.
Questo è il pane disceso dal cielo,
non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono.
Chi mangia questo pane, vivrà in eterno.

Oppure:

Gv 14, 6
Io sono la via, la verità e la vita.
Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.

Oppure:

Gv 14, 23
Se uno mi ama, osserverà la mia parola
e il Padre mio lo amerà
e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.

Oppure:

Gv 15, 4
Rimanete in me e io in voi.
Come il tralcio non può far frutto da se stesso
se non rimane nella vite,
così anche voi se non rimanete in me.

Oppure:

1 Cor 11,26
Ogni volta che mangiate di questo pane
e bevete di questo calice,
voi annunziate la morte del Signore finché egli venga.

Oppure:

1 Gv 4, 16
Noi abbiamo riconosciuto e creduto
all'amore che Dio ha per noi.
Dio è amore;
chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in lui.

Si può leggere anche un altro testo, scelto fra quelli proposti più oltre nel Lezionario, e farne, secondo l'opportunità, una breve spiegazione.


PROFESSIONE DI FEDE

157. È bene che l'infermo, prima di ricevere il Viatico, rinnovi la professione di fede del suo Battesimo. Il sacerdote pronuncia brevi e opportune pa­role di introduzione, e poi rivolge all'infermo le domande rituali:

Credi in Dio, Padre onnipotente,
creatore del cielo e della terra?

R. Credo.

Credi in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore,
che nacque da Maria Vergine,
morì e fu sepolto,
è risuscitato dai morti
e siede alla destra del Padre?

R. Credo.

Credi nello Spirito Santo,
la santa Chiesa cattolica,
la comunione dei santi,
la remissione dei peccati,
la risurrezione della carne e la vita eterna?

R. Credo.


PREGHIERA LITANICA

158. Quindi, se le condizioni dell'infermo lo permettono, ha luogo una breve litania con queste parole o con altre simili. Alle invocazioni risponde, per quanto è possibile, l'infermo, e con lui tutti i presenti.

Fratelli carissimi, uniti in un sol cuore
invochiamo il Signore Gesù Cristo
per il nostro fratello N.

Preghiamo dicendo insieme:
Assistilo, Signore.

Signore Gesù, che ci hai amati sino alla fine
e ti sei consegnato alla morte per ridarei la vita,
noi ti preghiamo.

R. Assistilo, Signore.

Signore Gesù,
che hai detto: «Chi mangia la mia carne
e beve il mio sangue ha la vita eterna »,
noi ti preghiamo.

R. Assistilo, Signore.

Signore Gesù,
che ci inviti al banchetto del cielo
dove non ci sarà più né dolore né pianto,
né tristezza né separazione,
noi ti preghiamo.

R. Assistilo, Signore.


VIATICO

159. Il sacerdote invita i presenti a recitare la preghiera del Signore, introducendola con queste parole o con altre simili:

E ora, tutti insieme, rivolgiamo al Padre la preghiera,
che Gesù Cristo nostro Signore ci ha insegnato.

E tutti insieme dicono:

Padre nostro, che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non ci indurre in tentazione,
ma libera ci dal male.

160. Il sacerdote fa l'ostensione del Santissimo Sacramento dicendo:

Beati gli invitati alla cena del Signore.
Ecco l'Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo.

L'infermo, se può, e gli altri che desiderano comunicarsi, dicono:

O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa:
ma di' soltanto una parola e io sarò salvato.

161. Il sacerdote si accosta all'infermo e gli presenta il Sacramento, dicendo:

Il Corpo di Cristo.        Oppure: Il Sangue di Cristo.

L'infermo risponde:

Amen.

E subito il sacerdote aggiunge:

Egli ti custodisca e ti conduca alla vita eterna.

L'infermo risponde: Amen.

E riceve la Comunione.

I presenti che desiderano comunicarsi ricevono il sacramento nel modo solito.

162. Terminata la distribuzione della Comunione, il sacerdote fa le necessarie abluzioni.
Secondo l'opportunità, si può fare una pausa di sacro silenzio.

163. Il sacerdote dice poi l'orazione conclusiva:

Preghiamo.

Guarda, o Padre, a questo nostro fratello
che si affida alla tua promessa
nella fede in Cristo, via verità p. vita,
e fa' che, fortificato dal Corpo [Sangue] del tuo Figlio,
venga incontro a te nella pace del tuo regno.
Per Cristo nostro Signore.

R. Amen.

Oppure:

O Dio,
salvezza eterna di chi crede in te,
fa' che il nostro fratello N.
sostenuto da questo sacramento,
viatico per la vita eterna,
giunga senza timore
nella luce della tua casa.
Per Cristo nostro Signore.

R. Amen.

Oppure:

Signore, Padre santo,
la comunione al Corpo [Sangue] del tuo Figlio
protegga e conforti questo nostro fratello,
gli rechi sollievo nel corpo e nello spirito
e sia per lui pegno sicuro di vita eterna.
Per Cristo nostro Signore.

R. Amen.


RITI DI CONCLUSIONE

164. Quindi il sacerdote benedice l'infermo e i presenti o tracciando su di essi il segno della croce con la pisside, se ancora vi è il Sacramento, o usando una delle seguenti formule o altre simili:

Vi benedica Dio onnipotente,
Padre e Figlio  X  e Spirito Santo.

R. Amen.

Oppure:

Il Signore Gesù Cristo sia accanto a te per proteggerti.

R. Amen.

Sia dinanzi a te per guidarti,
sia dietro a te per difenderti.

R. Amen.

Rivolga a te il suo sguardo,
ti assista e ti benedica.

R. Amen.

E su voi tutti qui presenti,
scenda la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio  X  e Spirito Santo.

R. Amen.